giovedì 8 novembre 2012

VULCANO BUONO


 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Olim", un tempo, che gli elleni ed i latini consideravano legenda, col Tartaro e l'Olimpo a sobbollire ed i Giganti a vomitar lava, l'humus flogistico della terra flegrea era trama avviluppata per conti da mito e speranza poetica, mitopoiesi in quartine espresse e canti in rima. Nel tempo degli umani, annus domini 2012, vulcani, caldere, ed aree ad attività sismografica son terreno fertile per studi, grafici ed empirismo scientifico. Mai per buona ed accorta amministrazione.
Terra più felix (o infelix, dipende dall'attacco) della Campania non ve n'è, col Vulcano Sterminatore a minacciare sfaceli e tabulae rasae, come Plinio descrisse, Pompei testimoniò, Ercolano sottoscrisse, con le caldere flegree a bradisimo e puzzo d'uovo costantemente a fermentare, a nord di Neapoli, nei pressi dell'antica Diceàrchia, dove inferno e paraviso si stringono la mano in attesa del Giudizio.


Si dirà che i moderni abbisognano di certezze, e che la scienza ed il Buon Governo abbiano la leva giusta per sollevare l'uomo medio dalle ambasce, dai rovelli sulla propria sicurezza: perchè il cittadino dovrà pur conoscere come, dove, e perchè vengon edificate e progettate private abitazioni, pubblici edifici e moderne strutture, come financo gli ospedali. Dovrà pur sbrogliare la matassa a comprensione, per discernere il giusto dal mendacio e dall'errore, no? Di guisa che un nosocomio titanico, "Ospedale del Mare" battezzato, ove di mare v'è giusto una brezza, a farsi strada tra catrame benzene e copertoni bruciacchiati, sia costruito in zona rossa o giallina, lontano dalle pendici di slavina e lapilli, insomma in sicurezza: e dov'è la certezza?


Non c'è, o meglio basta contare i passi, al massimo i chilometri e siamo a quota sette e mezzo dall'area più spinosa, con la furia umano-clasta del Vesuvio che inghiottirebbe in nuvolone di cenere, magma vaporoso e detriti viscoso-gassosi e collassanti, tutta la terra a corollario; e dove la speranza di "sfuggita", la via più breve per salvare anima e deretano? Basta chiedere, nell'era della burocrazia, e rivolgersi alla Protezione Civile, è vero; e veramente il piano d'evacuazione conta gemellaggi con altre regioni italiche per i comuni "rossi" (nel senso d'area di rischio), con una popolazione da smuovere calcolata in 600mila unità o giù di lì, un costante monitoraggio da parte della Commissione scientifica Grandi Rischi (che ultimamente è a rischio carcere, presi al Berto-lazo), ed una previsione su scala delle zone colpite e sugli interventi da porre a breve giro. Solo che resta il dubbio per la zona gialla: fin dove arriveranno cenere fuoco e lapilli? Nessuno al momento lo sa.


Il più grande spettacolo dopo il "Big Bang": non resta che affidarsi alla sorte, alla ciorta, a San Gennoir, che la scienza può esser fallace ed i piani previsti su carta non antincendio tradiscono intenzioni e Buon Governo. E a proposito, dove il Comune deve indirizzare l'immane traffico veicolare di uomini, cose, macchine e nani da giardino? Questo nessun in particolare pare saperlo, nessuno si è premurato di elaborare un piano particolareggiato e ben definito; del resto siamo a rischio pre-dissesto, cosa vuoi che sia una scossa, magari di pre-assestamento?


E se il vulcano fosse buono solo per gli acquisti, ma ci approntasse regalia condita di sorpresa? E se poi fosse un "Super-Vulcano", in offerta speciale prendi uno e paghi danni per secula seculorum? Basta spostar sguardo e cipiglio verso Puteoli del resto, e tra fumi e fanghiglia di zolfo tufaceo e gialligno, ci accorgeremmo d'esser in presenza d'un enorme bradipo in stato semi-cosciente, che s'innalza a crosta d'anno in anno, sobbolle e rutta sommesso a bradisimo, ma di "addurmirsi" nulla quaestio .

E come fare per dargli una mossa, una strizzata? Se nulla puote il bastone, proviamo di carotaggio, avrà pensato il Maire neapolitano, il tosto Giggino Murat, e dagli uffici di San Giacomo è partita l'autorizzazione per le trivellazioni in quel di Bagnoli, per ora fino ad un centinaio di metri, prevedendosi nel tempo di giungere fino a chilometri quattro. E qual'è il colore del pericolo, giallo-rosso o arancio-cremisi?

L'Istituto di Vulcanologia per bocca dei suoi esperti si mostra cauto, parla di trivellazioni controllate, nell'uno e nell'altro verso dichiarando che la perforazione potrebbe causare attività sismica o generare un'esplosione, solo se fosse consentito "ai fluidi supercritici ad alta pressione (che si prevede esistere a tre chilometri o più di profondità) di entrare in contatto con il magma all’interno della caldera". E Caldoro? Nell'attesa lui ed il suo Ospedale marino possono dormire sogni d'oro: i lavori sono appena ripresi dopo lo stanziamento di fondi ulteriori (180 milioni dal CIPE), e fino a quando non saranno completate strutture ed edifici c'è sempre tempo per accendere altro cero al Santo, chè pare sia un battito di prece passare dalla zona gialla a "Faccia 'Ngialluta".

Nessun commento: