PESCI IN FACCIA
Dove finisce una lisca di pesce? A seguir i vaneggiamenti delSindaco
Giggino Murat e della Giunta Silente, in quel di Volla, e cioè dove loro
vollero, e l'oro di Napoli a scaglie e pinne e lische, da scorfano a
sconciglio, passando per spigole, cocci, palammedi, sardelle e capitoni,
armi cuppetielli rezze e bagagli, dovrà trasferirsi nell'entroterra a
nord-ovest di Neapoli perchè così Lu Guarracino Arancione decise, et
ammèn!, così sia.
"Dove c'è pesce, ci son di certo mosche",
avrà pensato l'Ammiraglio dai calamari bronzei e bruniti, basta
aggiungerci una "a" in eccesso, et voilà, la transustanzazione da
Mercato a Moschea è compiuta! Napoli è per l'integrazione, sissignore,
dunque ben venga locus culti dove prima si affettavano triglie, sgombri e
purpetielli affucati: ma non rischia di affogare anche la medesima
area, se i commerci vengon deportati coattivamente e ben lontani dalla
risorsa mare? Forse che la feluca calcata sull'unico occhio furbesco e
libero da bandana a strascico sia così miope da non scorgere il
malcontento, e l'ammuina che i pescatori e marittimi inscenano
diuturnamente per scongiurare il deprecabile atto di chiusura?
Il mercato ittico di Napoli, progetto razionalista dell'architetto
Cosenza, è sede ormai storica per le contrattazioni ed i commerci di
esercenti del mare ed indotto, il pescato della città passa per i banchi
di Piazza degli Abruzzi, dunque perchè alla Giunta è saltata improvvida
mosca al naso, per trasmutarlo in Moschea? Nulla contro l'integrazione
socio-culturale e religiosa, intendiamoci, arabi e musulmani hanno di
certo amplio diritto a refugium e sancta sanctorum per anime e cuori in
comunanza verso Makaraba, ma possibile che questo addiventi refuso per
chi amministra in nome di cittade tutta e, se non in comunanza, almeno
in Comune?
Lu Guarracino imperat e se sta bene a lui, buona
Moschea a tutti: il mercato non è salubre, nè igienicamente a norma,
secondo Saint James Palace Hotel, la scelta è avvenuta per opera dello
Spirito Arancio e per diverse ragioni: "perché situato in un’area
abitata e vissuta da numerosi cittadini musulmani e anche perché, in
questo modo, un edificio di importanza storica e architettonica vivrebbe
di nuova determinante linfa e partecipazione, trovando così
valorizzazione". Ammèn, e sempre di preghiera e prece trattasi, e con
tratto di penna si cancella il pescato per far posto alla fede: del
resto non era il Messia a dire "vi farò pescatori di anime?". Non resta
che gettare la rezza.
Apriti Cielo, che le vie del Signore sono
infinite è vero, il mare è Nostrum, ma il Maire che decide son io!
Eppur la sogliola che divide il Sol Arancio dall'umile soleide è ben
concisa e sottile, come limen, al minimo limone, che col pesce sta
sempre bene: 250 milioni di fatturato annuo, oltre 400 i posti di lavoro
a rischio, la protesta degli operatori è marea di risacca e spuma,
inonda il Palazzo ed il Consiglio tutto, paranza compatta contro
l'attacco dentato del pesce-CAAN (il Centro Agroalimentare di Napoli),
che dovrebbe ospitare i nuovi locali del mercato marino; si strappa coi
denti(ci) una proroga, fino al 13 gennaio, poi i pescatori, le anime, i
pesci e le preci dovranno scambiarsi un segno di pace, davanti
all'uscio, mutando destinazione ed uso dell'opera di Cosenza.
Lasciate ogni speranza o voi che uscite, e l'ultimo spalanchi la sporta,
che il fiume ittico segua altre correnti, sperando di non impantanarsi
alla foce d'un decisionismo apicale ed arrogante: il refrain dal Palazzo
è cantilena ridondante, non ci sarebbero i fondi (circa 80mila pare)
per i lavori di riqualificazione sanitaria della zona. Eppure gli stessi
operatori s'erano offerti di colmare il vuoto in cassa, per non finir
in cassa integrazione, o peggio, come alici in cassetta. Ultima speranza
parrebbe esser la Sovrintendenza, perchè l'edifico è vincolato, il
Mercato ha più di 70 anni, e l'afrore del pescato è vincolo culturale
ormai consolidato: "Esiste un vincolo sulla destinazione d’uso" , ed a
sentire il neo-sovrintendente Cozzolino, per modificare la stessa
occorre poi rimuovere quello sulle eventuali modifiche , fatta "salva la
natura razionalista dell'edificio".
Lo scontro tra Fede e
Razionalità (del complesso) è l'ennesimo rovello per il Kant-Eroe di san
Giacomo. Il Messia Arancio è sempre pronto per le Nozze di CAAN?
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