lunedì 26 dicembre 2011

Metti una sera a teatro...




















Napoli- Baal, demone di libido, lussurioso spirto dei primordi, regressio animalesca e ferale, d'istinto impulsivo ed ontologico; vera natura d'uomo, ca va sans dire. Brecht, inseguendo il Superuomo nietzschiano, opera in subcoscio, banchetta d'Idealismo, sbranadone lacerti, rimestandone bolo per rifiiutarne il distacco passionale, le energie razionali miranti ad indebolir l'uomo, sottraendogli le “energie natural-vitali”. Baal, come profeta Zarathustra; assimila, il poeta, i disvalori d'occidente, le negazioni dell'inconscio, la superna fede nella “terra”, negli istinti; morte a Dio, e “non vi fate sedurre, non esiste ritorno” ; coscienza e morale reprimono il vello ormonale e chimico, enfiando l'istinto teratologico del beluino, che alberga nell'umano; Baal come Lilith, distruttrice e fiera dea della morte (in tal guisa dell' ”Io”), come “Lulu” di Wedekind, speculare superominide che libera sé stesso nel gorgo di “dis-valori” moderni, eppure. Eppure “siamo stanchi dell'uomo”, perchè incapace di civitas appagante, di socialità aggregante, pur orbo di naturale effluvio; uomo castrato da sé stesso, alla ricerca d'una radice oscura, forse negata: opera giovanile, “Baal” è scritto radicale, sulle vicende di poeta beone, umorale, sinistramente dongiovannesco, sottile episteme d'astrazione marxista, chè nell'uomo va ricercato l'uomo. Weltanschauung istintuale che freudianamente son “principi biologici universali”; i quali, compressi, han generato l'inconscio, limaccioso sottobosco di desideri, impulsi auto-castrati, principio edonistico, di piacere, a cozzar contro realtà. La Compagnia della Sala Ichòs di San Giovanni a Teduccio traccia il solco o-scenico d'un subconscio come limen, tra l'istintualità verace, speculare raffronto alla solida consistenza dei vincoli sociali; il Baal di Brecht li dissolve, li soffoca, rutilante satiro, s'attira gli strali dell'auctoritas, s'ammanta di decadentismo decostruttivo per ritrovare la volta d'una libertà possibile, alla recherche d'una felicità promessa, agli uomini tutti. Il desiderio è inestinguibile, sete diuturna d'arsure mai taciute, né appagate: tutto è estremo, l'ingordigia è totale, non appagabile: nella trama vorticosa cadono amanti, donne e uomini, i legami s'infrangono in un transfert collettivo di libido; nel maelstrom cedono i vincoli, i valori. Rigurgiti pagani, annacquamento dell'individualità di natura borghese, per una solipsistica nature che trasmuta lo spiritualismo teutonico (così in voga negli anni della stesura), ribaltandone il senso ed i canoni. Brecht evoca il suo “demone divoratore”, la fiera che sbrana la falsa concordia sociale, riemergendo dal subconscio per nutrirsi d'ostilità: tutto quel che è “divorabile” lo attira: sesso, donne, vino e convivio, la sua ars destruens diviene poetica romantica d'un esteta tres charmant, ossessivo e compulsivo per uomini (siamo nel periodo bellico del '15-'18) che decantano il proprio tramonto, bramando al contempo l'appagamento materialistico degli istinti vitali, appetiti voraci. Nel verso attoreo rivive il guizzo gioioso e cannibalico d'una figura assoluta, cerbero e molosside che azzanna il senso comune, puntellando la carne viva d'una precarietà declinante, per fiero pasto d'umanità morente; in Baal residuano voluttà erotica e concupiscenza mortifera, si legge l'epitaffio incisivo d'una natura ridotta ad accessorio, il lamento e peana per uno spirito che conobbe il lattiginoso ventre di mater, e ne ritornò infine, di mota ricorperto, dopo salto pindarico nel buio della terra. Compagnia precisa, nel conto onirico d'uno spirito primordiale, su tavole di palco crepuscolare, muscolare, vitale; è ancestrale patto, silente accordo, tra scena e platea. Da riscoprire, un Brecht giovanile.

venerdì 23 dicembre 2011

Giggino Murat e “L'Asseroscopo 2012”


















“Si nasce sempre sotto il segno sbagliato e stare al mondo in modo dignitoso vuol dire correggere giorno per giorno il proprio oroscopo”. (Umberto Eco)

“I nati di questo mese sono un po' mammoni, ma anche un po' papponi”. (Alessandro Bergonzoni).


Natale. Divino, genetliaco, genus di vino e pane, e carri rombanti in panne tra fiumane di shopping, et augurali mailing List senza Franz, né fronzoli, al minimo una Messa, e via, in moto ondoso, e in aumento; Stabat Madre, come museo e musa, ed al suo seno il piccino, e noi, abbagliati, senza senno, afrori puntuti di incensi e mirre, e mira, che festoni, opulenti e laminati; e comete, e comintern, per politici novelli come infanti in mangiatoia; principio d'anno, in danno al tempo morente, scomodando centurie, scongiurando sventure, palesando satolli danzanti dervisci, tra ghirlande del domani, che non v'è certezza, ma le stelle non stanno a guardare, ed auspicio benaugurante è incipit principiante per ogni Regnante Illuminato, e al massimo son luminarie. E dunque prosit!, e così sia, per Giggino Murat.

Scomodo Sibilla, fugo i rovelli, fumo a fiocchi, di neve, Vesevo, giusto un tocco, il senso s'ottunde, Cumana; borgorigmi carsici et inferni, è Metro-mare, collinare o circum-navigante? Fase R.E.M., oppure no, che s'abbastino i germani, Bennato al Plebiscito, Labufala è in comune, duo cantante “I Dioscuri” (ma uno è Volontario); ahimè, Pi-zia, che accade alla Cu-giggina? C'è un Forum nella Vela, s'affloscia il gonfalone, cade albero, non c'è Maestro, dove kermesse, chiamami ancora Amore, che la mia Psciche è labile, flebile, Nobile,come dirigibile, digeribile, digestivo per assimilar bolo, bollo, e polo, e non tutte riescono col buco.
Orsù Nostradamus, una mano alla centuria, un movimento sexy e via, oroscopiamo.



Assessoroscopo all'Ambiente, Tommasino Sodano.
Annus Horribilis, per il Vice di Giggino (quello ufficiale, l'ufficioso gentiluomo è l'Arancino Menor): Murat promette urbi et orbi, Sodano deve sorbirselo, in un dialogo tra sordi. Giggino: “Entro l'anno differenziata al 65-70 %”. Tommasino: “Arriviamo al 20-25% entro dicembre”. L'Arancionè spara Bagnoli per l'America's Cup? A Sodano toccano bonifica e la colmata immarcescibile. Liaison d'amour destinata a qualche frizione, se non a frigidaire (o frigiditè?), tra inceneritori come funghi in quel di Giugliano (Clini, il Ministro ultranuclearista pare convinto), differenziata claudicante (si dovevan raggiungere entro fine anno oltre 500mila abitanti, siamo fermi a 300mila e poco più), spot mediamente populistici e dati reali tendenzialmente migliorabili. Assessoroscopo attivo, 6 e ½.
Amore. Vita politico-sociale intensa, ti farai in quattro per il partner, oppure il partner farà a metà te (Giggino è focoso). E' possibile che il legame comporti maggiori responsabilità, ma non hai paura d'impegnarti nel pubblico (per il privato, arrangiati).
Lavoro. Ti rimetterai in gioco, e riconsidererai le tue deleghe in Comune. Rischi di incontrare degli ostacoli (differenziàti), ma la tua ostinazione li incenerirà e riuscirai ad ottenere il riconoscimento che ti spetta. Gestirai al meglio il tuo badget finanziario, e casomai chiedi a Realfonzo.
Salute. Stai per affrontare un periodo di stress, ti sentirai una monnezza; l'umido ti entra nelle ossa, l'organico è da controllare, ma con una svolta multimateriale rientrerai in forma, e la tua salute sarà colmata (ops!) di energia. Non aver paura di staccare quando devi, prenditi una vacanza in Asìa, o magari in riva al mare (mai pensato a Bagnoli?) e riciclati.



Assessoroscopo alle Politiche Sociali, Sergio D'Angelo.
Esordi equi e sociali, ma pur in conflitto, quelli del D'Angelo; Giggino Murat lo volle fortissimamente volle, nonostante questi fosse da sempre ai vertice di vari consorzi e cooperative sociali, non ultima la Gesco (di cui Sergione è stato Presidente), la quale è ente creditore del Comune (la somma di tutti i soggetti creditori ammonta a circa 100 milioni di euro per gli ultimi tre anni); San Giacomo's Palace probabilmente chiederà un ingente prestito alle banche, dietro garanzia di una parte degli immobili comunali, e tant'è. Appena insediato, gli cade tra capo e collo una condanna per “occupazione di suolo pubblico ed induzione a manifestazioni violente” (per un sit-in di protesta che tenne in scacco il San Carlo impedendo l'accesso allo stesso per qualche ora; 4 mesi di condanna, pena commutata in euro 15 mila di ammenda). Condanna invero assai ingiusta, ca va sans dire. Si è rifatto azzerando i vertici della “Napoli Sociale”, azienda del Comune per il trasporto degli alunni disabili, i cui managers credevano di aver trovato il petrolio, mungendo le gobbe della vacca: oltre 5mila euro di stipendiuccio al mese, e tanti saluti all'equità sociale. Assessoroscopo in media, 5 e ½.
Amore. Futuro passionale come non mai, concretizzerai grandi progetti a lungo termine (sempre se le banche sganciano il credito). Sarà un anno decisivo, sulla tua strada incontrerai qualcuno che farà un buon investimento. Ma tu attraversavi fuori le strisce.
Lavoro. Avrai tutte le risposte che aspetti contemporaneamente, e la mole di lavoro ti sommergerà. In compenso il Governo ha tagliato i fondi per le politiche sociali (ti restano solo 4 milioni di euro). Il resto è mancia. Anche alla Caritas.
Salute. Rischi di avere delle indigestioni da Gesco, e tenderai ad accumulare adipe e debito. A parte questo, l'ente morale sarà eccellente. Sarai comunque pronto ad affrontare le sfide, tribunale permettendo.



Assessoroscopo all'Urbanistica, Luigi De Falco.
Architetto di poca favella, l'ex segretario di “Italia Nostra Campania”, è ben legato al Piano Regolatore Generale per Napoli, approvato la prima volta nel 2004; da allora l'approccio bassoliniano alla materia è mutato come tufaceo sacello, e se prima era un imperativo categorico il non tanger nulla, col tempo s'è avviato un barnum rutilante d'interventismo metropolitano, grandi opere e vento in poppa. Quale il presente, per Urba-Napoli e De cata-Falco? Tre i PUA (Piani Urbanistici Attuativi) sul tablet dell'assesore, due per la periferia, Ponticelli (riqualificazione abitativa e commerciale per un'area di 8.506 mq) e Bagnoli (scongiurata forse la costruzione di un suppostone di 61 metri, ennesimo fallo eretto all'idiozia degli umani), uno per il Centro Antico (Patrimonio Unesco): 50 milioni il valore degli investimenti, mica cotiche. Scrutar sfera di cristallo? Meglio palla da calciare, visto che nei piani rientra anche la riqualificazione dello Stadio San Paolo, il tempio pallonaro, sancta sanctorum per pubblici Lavezzi e private virtù; il tempio si rifà il pronao, ci vuol nuova tecno-struttura a copertura velica (hai visto mai, tornasse utile per la Vuitton's?). Costo previsto, dai 50 agli 80 milioni. Pay per view.
Assessoroscopo fiacco, 5 e sto.
Amore. Avrai voglia d'intimità, e perciò riscoprirai le gioie della casa. Ma solo fino alla prima rata del mutuo. Il tuo piano regolatore è efficiente e controllato, purtroppo anche un pò inclinato, e la partner se ne lamenta. Troppo stess, curati che sembri una cariatide romana (e se scavi per la metro, trovi pure quella).
Lavoro. La mole di lavoro affidatati non ti spaventerà; a quello ci penseranno i debiti del Comune.
Il tuo entusiasmo ti darà il coraggio di scelte difficili, finalmente butterai dalla finestra dell'Assessorato quel vecchio catafalco smollato dei tempi della Iervolino. Assicurati di non aver defenestrato proprio la Iervolino, in visita di cortesia.
Salute. Cura l'alimentazione, molti solidi, pochi liquidi (soprattutto in cassa). Starai attento ai segni che ti invia il tuo corpo, ti sentirai pesante come cemento, ma niente che un condono tombale non possa curare. Definitivamente.



Assessoroscopo alla Cultura e Turismo, Antonella Di Nocera.
Far cultura a Napoli; dovrebbe esser sì facile, come trovar greggio in Arabia, eppure. Eppure sovente è come cercar acqua nel deserto e nell'arsura. L' ex direttrice dell'Arci Movie di Ponticelli par aver in parte compreso le sorti del variegato mondo delle arti, quivi a Neapolis greco-romana: cultura ed arte per anni son stati bassa greppia per intellettualoidi da falasterio clientelare in salsa sinistrorsa. Quindi da oggi si cambia: “Niente fondi a pioggia per eventi che esauriscano i badget in poco tempo”, il che tradotto, sembrerebbe cosa buona e giusta, ma significa anche, nella città del Forum internazionale, “benvenuti gli artisti, benvenuto il volontariato” (e del resto è pur sempre il Comune del Volontario Hermano Menor in cabina di regia, no?). Ottima, la Di Nocera, nell'inaugurar mostre e convegni, da ultimo il Museo del Giocattolo, al Suor Orsola (lodevole iniziativa); e di certo sarà rimasta imbambolata, nell'apprendere che il marito, Stefano d'Ambrosio, è capostaff dell'Assessore al Bilancio, Riccardo “Robinhood” Realfonzo. O forse no? Poco piglio e sottile polso anche sul Forum delle Culture, ma lì è Giggino Murat a piantar bandiera, sua la delega all' Evento Maior (dopo il caos Vecchioni, pare che Oddati ed ex prosseneti stian rientrando dalla finestra: non si ricordano esternazioni, o prese d'atto dell'Assessore in merito). O forse siam distratti noi. Assessoroscopo scarso, 4 e ½.
Amore. “Chiamami ancora amore” è la tua canzone, sei molto passionale, ma avrai difficoltà a concentrati sugli affetti in questo periodo. Poco male, tanto tuo marito lo vedi tutti i giorni in Comune. Coltiva l'arte e mettila da parte.
Lavoro. La tua situazione professionale dovrebbe subire una vera trasformazione, sarai proiettata ad un livello superiore. Poi l'Assessore Regionale Miraglia di farà tornare di sotto con una certa solerzia manuale. Il tuo budget non ti permetterà di rimettere i debiti ai tuoi creditori.
Salute. Hai la tendenza a rivivere le scene del tuo passato come fossero un film. A già, tu questo facevi prima. Lascia il passato al suo posto, e goditi il tuo finchè dura.



Assessoroscopo alla Mobilità, Anna Donati.
Il Leviathan, il Monstrum, la ZTL. Provvedimento coraggioso, parzialmente in linea con le aspettative dei napoletani, bisognosi d'affetto e sculaccioni, pedibus sic stantibus, la quistione complicata j'è. L'ex assessore alla Mobilità di Bologna a Neapolis ha trovato panforte per i suoi denti: la chiusura (parziale) del Centro Storico ha creato aspettative e delusioni, disagi et ingorghi da maelstrom norvegese nella mobilità gommata partenopea. Ma andiamo con ordine. La chiusura del tratto cardinalesco (nel senso di Sepe cardinale, non di cardini tografici) sul Duomo ha affossato l'economia (già di per sé sofferente) degli esigui esercizi commerciali della dead zone; ergo, proteste, sit-in e manifestazioni a go-go dei commercianti: finora, nessuna revisione al piano, vedremo. Su Via Pessina e Piazza Dante telecamere h-24 (fioccano multe come dardi di cupido), accesso (prossimamente) a pagamento per residenti, professionisti in servizio (medici, giornalisti), ed in base alla cilindrata dell'auto; intorno, nelle zone limitrofe, il caos totale (smog ed inquinamento acustico alle stelle), oppure, dopo una tal ora, il silenzio dei Tartari. ZTL, come cattedrale nel deserto. Et Ammèn. Piano traffico insufficiente, il Natale ha dato la mazzata finale: una baluginante anaconda di metallo che si dipana per le strade natalizie, fagocitando vigili, pedoni, vigilesse, trafficanti e traffichini; situazione ben differente se entrassero in funzione la metro di Piazza Nicola Amore e servizi pubblici su gomma maggiorati, ma un 7 – per il coraggio della Donati (che pare vada in giro nel sottosuolo, imbacuccata e confusa nella chiorma metropolitana, non si sa mai).
Amore. C'è parecchio traffico al momento, rischi l'ingorgo sentimentale. Ma sarai vigile, e nella corsia preferenziale ti faranno passare. Cacchio, sei pur sempre un Assessore!
Lavoro. Alcuni colleghi potrebbero metterti i bastoni fra le ruote. Questo non ti impedirà di lavorare in squadra, soprattutto dopo avergli fatto trovare le ganasce alle loro, di ruote. Dovrai ugualmente far fronte a problemi amministrativi che ti rallenteranno. Metti la sirena sull'auto blu.
Salute. Approfitterai della sosta natalizia, ma dovrai pagare la multa. Ma con le tue conoscenze, te la farai togliere e ti sentirai alleggerita. Ecco perchè ti ingozzerai durante il Cenone. Per senso di colpa.




Assessoroscopo al Lavoro, Sviluppo, Commercio, Marco Esposito.
“Vulimme 'o posto!”, refrain diuturno, peana sincopato per disoccupati di lungo corso, mantra cittadino e partenopeo che di sicuro è giunto all'Assessore Esposito, ex giornalista economico del Mattino, messo dal Generale Murat in prima linea contro i disoccupati dell'Apocalisse. “A Napoli ci sono circa 214mila persone in età da lavoro, che non hanno opportunità, e che altrove lavorerebbero”, ammette il milite comunale. Spinosa realtà, muy caliente, e basti ricordare l' “aggressione” (con tanto di virgolette d'obbligo) registrata nei confronti del Murat da parte dei Precari Bros (disoccupati cronici, bacino clientelare per politica piddina, e non solo, avvicinati in campagna marziale dallo stesso Giggino); ma nessuno mai promise loro il posto, e l'incazzatura degli esimii è giunta alle stelle (sarebbero formati per raccogliere la differenziata, ma la munnezza ristagna in percentuale, intorno al 20% di raccolta, dunque dove li piazziamo?): in piazza a prender a spintoni l'auto blu del prode Arancionè. Apriti cielo. Chissà se sbolliranno spendendo e spandendo il “Napo”, che il Comune mette a disposizione per i suoi cittadini (in mancanza di pecunia reale, meglio quelli del monopoli)? Sulla falsariga dello “scec” (già decantato dal Movimento 5 Stelle), il “Napo” è buono sconto al portatore, spendibile negli esercizi convenzionati ed appartenenti al circuito; sperando di non andare in corto, i commercianti ci guadagneranno una corsia preferenziale (aggireranno la ZTL?) per le decisioni in merito alla riqualificazione urbana dei quartieri in cui hanno sede le attività stesse. Sul fronte del porto, l'Assessore rimarca come Napoli sia la prima città per sbarchi crocieristici, ma col minor rapporto tra turismo stanziale e quello d'approdo: vedi Napoli e poi fuje, verso Sorrento, Capri e le dolci costiere (e senza manco assaggiar pastiera). Trend da invertire, si dice, investendo nella trasparenza, accoglienza ed informazione, attivando un circolo tra federazione alberghiera ed assessorati competenti del Comune. Va poi dato atto ad Esposito di aver appogggiato la protesta contro il caro RCA in Campania, con Napoli capitale, portato avanti dal Movimento Mo' Bast e dalla Federconsumatori Campana (la raccolta firme è stata ottimale, la petizione popolare portata a Bruxelles e discussa in Commissione; staremo a vedere). In ultimo, è stato firmato un accordo per una banca dati online unica per Camera di Commercio e Comune (progetto portato avanti dalla vecchia amministrazione, in veritade), per snellire le code agli sportelli. Santa Burocrazia! Assessoroscopo variegato, 6 netto.
Amore. L’audacia che vi accompagna vi renderà più inclini a nuovi incontri, ma attenti ai cortei dei disoccupati, potrebbero occupare le mani vedendovi. E' venuto il momento delle decisioni importanti: cosa regalare al partner per le feste? Ha tante di quelle sciarpe da potersi impiccare.
Lavoro. E' il momento di abbandonare la vecchia via per la nuova, se riuscite a passare nel corteo di cui sopra. Ad ogni modo, non dimenticate di guardarvi le spalle, gli occhi son peggio delle schioppettate. Ma qualcuno gira pure armato.
Salute. Siete giù di tono, periodo di crisi muscolare, fate sport. Lavorate sui glutei, prima che ve li lavorino altri. Senza togliersi le scarpe.



Assessoroscopo ai Beni Comuni, Alberto Lucarelli.
E' l'assessorato delle meraviglie, quello sfavillante e arancionè, faro della democrazia partecipativa, chaval de battaille del prode Giggino e delle sue truppe cremisi; ma anche il più fragile, perchè permeabile al populismo di facciata e para-mediatico d'un Sindaco piacione a favor di telecamera. Il Professor Lucarelli ha tra le mani un vuoto simulacro, oppure l'oro di Neapoli? A giugno inoltrato, la Giunta appena insediatasi varò una delibera per la “pubblicizzazione dell'acqua” (sulla scia delle risultanze referendarie), mutando segno all'ARIN S.p.a. in soggetto pienamente pubblico, sugli exempla di Parigi e Berlino, che hanno abbassato le tariffe ed i costi di gestione, spalmando gli utili a livello locale e municipale. Cosa buona e giusta, peccato che alla guida dell'A.B.C. (Acqua Bene Comune), anzi dell'ARIN (pare che la trasformazione sul piano giuridico sia problematica e deve essere ben calibrata), ci sia ancora Maurizio Barracco, uomo di fede bassoliniana, e che la nuova cascata d'acqua altissima purissima et levissima sia ancora lontana dallo sgorgare. Ma è sulla democrazia partecipativa che l'assessorato fa acqua per davvero: Lucarelli ha previsto un “Laboratorio Napoli” con Assemblee del Popolo aventi “funzioni di rappresentanza della cittadinanza, con funzioni d’indirizzo generale della Costituente e di verifica della realizzazione delle iniziative di partecipazione”. Un organo di partecipazione della città, diviso per macroaree, sedici in tutto; le cui funzioni sono consultive, ma non vincolanti (il parere definitivo e la deliberazione attuativa spettano sempre alla Giunta ed al Sindaco ): si richiamano esempi di democrazia partecipativa, come per Porto Alegre in Brasile, ma si dimentica di accennare alla vincolatività delle assemblee comuni (Iistituzioni-Popolo) nelle statuizioni politico-normative, anche in materia di bilancio partecipato ed utilizzo delle risorse da gestire sul territorio. Sul sito del Comune i lavori son fermi alla propedeutica bozza, del documento definitivo ancora nessuna notizia. Partecipiamo all'attesa. Assesoroscopo in costruzione, diamo un 7- sulla fiducia.
Amore. Troverai nella sfera affettiva tutta la partecipazione che cerchi. L'amore è un bene comune, ma se il tuo partner s'incazza, addio democrazia. E benvenuta tirannide.
Lavoro. Dopo numerose esitazioni e dopo avere considerato i pro e i contro, prenderai una decisione irrevocabile: berrai solo acqua minerale in bottiglia. Avrai la certezza di avere fatto la scelta giusta e tiferai bello lieto Napoli, tiè!
Salute. Sarai affaticato dal troppo lavoro e ti rivolgerai ad un medico. Ambulatorio privato, che nell'ospedale pubblico non hai trovato nemmeno una barella libera. Ma è solo una fase, ti ritemprerai dopo aver soggiornato in una S.P.A.






Assessoroscopo ai Diritti, Trasparenza e Sicurezza, Pino Narducci.
Per l'ex PM dei processi di camorra & malaffare, subito una doccia fredda, al momento della sua nomina; Palamara, Presidente dell'ANM (Associazione Nazionale Magistrati) la giudicò “inopportuna” (cui seguì una tesa e vibrante contro-replica dello stesso Narducci). Rincarò poi la dose l'Alto Nonno in persona, Ser George Napolitano: invitò il Parlamento a regolamentare la possibilità di ricoprire funzioni politiche nello stesso distretto in cui si è operato da magistrato); insomma “Pino l'assessore” ha avuto una genesi travagliata. Travaglio che è continuato nello stesso Consiglio Comunale, con duri attacchi da parte di esponenti della stessa maggioranza del Murat (Rinaldi e Maurino, Lista Napoli è Tua, si scagliarono contro Narducci per l'uso disinvolto da parte dei Vigli Urbani, di manganelli e spray al peperoncino versus immigrati ed occupanti abusivi) nei confronti dello “sceriffo”, reo ( a parer loro) di aver duramente affrontato perfino Alex Zanotelli, padre comboniano da sempre in prima linea nel sociale. Pugno di ferro e senza troppo velluto, da “poliziotto cattivo”, a giudicare da alcuni episodi (uno su tutti, quello inerente ai fatti di Via Brin, dove alcuni agenti municipali usarono veemenza e modi poco urbani nei confronti di irregolari, sfrattati con le cattive da un' area comunale). Riguardo al “poliziotto buono”, l'Assessorato scende in campo contro il racket, sostenendo le imprese ed i professionisti che han denunciato estorsioni ed usura, patendo la pressione del malaffare organizzato; sarà più veloce la procedura per gli affidamenti in economia e per lavori e servizi (fino ad 1 milione di euro), attraverso l’inserimento in un elenco speciale istituito dal Comune. La lista è aperta agli imprenditori che han denunciato, portando alla condanna o comunque al rinvio a giudizio dei presunti estorsori. Assessoroscopo rude, 6 – (da rivedere a settembre).
Amore. Avrai bisogno di sicurezza affettiva, blinderai il rapporto ed ammanetterei il partner al tuo cuore. La chiave la ingoierai. Sul versante sessuale, avrai un'impennata di rigidità e manganellerai alla cieca. Perverso.
Lavoro. Il posto è al sicuro, hai avuto una soffiata. Non ci saranno segreti tra colleghi, aver piazzato quelle microspie in giro è stata una buona idea. Ti aspetta un periodo di avanzamento, ma non andare mai avanti da solo. La scorta te l'hanno data apposta.
Salute. Futuro promettente sul lato fisico, lo sport ti tonificherà e stimolerà il tuo appetito. Soprattutto per gli stangolapreti, ma tu li incasterai grazie alle intercettazioni. Attento al clesterolo cattivo. Il buono sta già collaborando.



Assessoscopo alla Scuola ed Istruzione, Annamaria Palmieri.
“Io speriamo che me la cavo”, è la prece quotidiana dell'assessore all'Istruzione di turno, in quel di Neapoli. E la Palmieri non fa eccezione: la situazione dell'edilizia scolastica è post-tellurica, i tagli al personale sono da brivido, i servizi offerti ne risentono sistematicamente, e l'abbandono del percorso formativo resta in percentuale tra i più alti d'Europa. “Bienveneau an paradis!”, molto dipende dagli stanziamenti centrali e non solo. “Attendiamo lo sblocco dei fondi Fas, per le aree sotto la media di sviluppo europea, sono fondamentali”; per il rilancio degli interventi di manutenzione sulle strutture, sia ordinarie che straordinarie; per la battaglia contro l'evasione scolastica; per tutto. E il Comune? Ci vuol metter la faccia, soprattutto per gli asili e le scuole materne, dato che in quel di Partenope v'è carenza di strutture che permettano alle madri di poter conciliare vita lavorativa e cura parentale. “Gli asili nido sono strutture pedagogiche di primo livello, essenziali”, Palmieri docet. Accorpamenti, demensionamenti, taglia, cuci, scuci, più che un assessore val bene una sartina. Ma la svolazzante Palmieri, è comunque front-woman di primo livello, e sovente incontra madri, padri, alunni e docenti, spiegando che, fondamentalmente, il grosso è cercare di tirar avanti con quel poco che cade dal desco Romano. Con piani strutturali che si intersecano con le politiche depressive in ambito culturale ed educativo di questi anni berlusco-replicanti. Assessoroscopo sgarrupato, 6 e ½ col segno rosso .
Amore. Gli astri ti sono benevoli e sorridono. Probabilmente è solo una paresi. Il vero banco di prova sarà la fiducia verso il partner, lo terrai sotto esame per tutto il semestre. Ma all'orale ti darà delle belle soddisfazioni.
Lavoro. I tagli si fanno sentire, anche per te suonerà la campanella. Ma risalirai la graduatoria, fino alle prime posizioni. Poi una riforma dell'ultimo minuto ti segherà le gambe. E mancano anche gli insegnanti di sostegno.
Salute. Esami continui ti daranno ragione: l'herpes zoster l'hai contratto durante l'ora di educazione fisica. Con l'istruttore della palestra. L'ultimo quadro svedese l'hai barattato con una canadese, almeno così state più comodi.




Assessoroscopo al Bilancio e Finanza, Riccardo Realfonzo.
“Il Comune è sull'orlo del dissesto”. Niente male come biglietto di presentazione per l'assessore al Bilancio della nuova Giunta di Giggino, ma tant'è; agli albori della Rivoluzione, l'eredità della priora, la cara garruletta Iervolino, era un macigno di oltre 60 milioni d'euro (a tanto ammontava lo sforamento del Patto di Stabilità): al Robinhood di San James Palace non restava che inforcare forbici e colla vinilica per tagliare e rattoppare, vuolsi così colà dove si puote e più non domandiamo. Una bella fonduta di partecipate (Napoli Park, Metronapoli e ANM, trasformate nella “Società Unica Mobilità”), tagli alla direzione delle stesse, riduzione degli stipendi d'oro, massimo rigore nella spesa e messa in efficienza della macchina comunale mezza ingolfata; alla fine della filiera un taglio cesareo generale di circa 100 milioni d'euro. Specularmente, una spesa sociale che non si vuol ridurre completamente al lumicino, aumentando di conseguenza i controlli sull'evasione fiscale (con la minaccia di sospendere i servizi essenziali all'evasore comunale), aumenti di tributi mirati (la Tarsu aumenta d'un altro 5%), ed una capillare lotta ai furbi che non pagano multe ed ammende: Robinhood che diventa un po' Sceriffo di Nottingham. Niente male per “Riccardo Mani di Forbice”, ma l'evidenza è meglio dell'evenienza del fallimento, e quindi giù di rasoio a sforbiciare. “La contrazione economica generale ci ha già portato ad una riduzione dei trasferimenti per 130 milioni di euro, con una previsione depressiva per un altro 20% nel 2012”; ed è pur vero che il Comune vanta crediti per 3, 3 miliardi di euro, con una elefantiaca procedura di riscossione mai efficientata, e conseguenzialmente risulta anche un cattivo pagatore (i ritardi nei pagamenti per servizi e forniture si aggirano sui tre anni di media). Insomma, una bella gatta da pelare, il pèlago partenopeo, le cui acque son viepiù agitate. Non resta che mettersi i braccioli e buttarsi. Assessoroscopo in riscossione, 7 e ½.
Amore. Farai dei progetti a lungo termine con il partner e costruirai una relazione durevole. Del resto un mutuo è per sempre. In amore si paga sempre un tributo, ma tu non ti spaventi e chiedi la rateizzazione.
Lavoro. Tempo di bilanci. Le entrate latitano e alla spesa corrente hanno staccato la spina. Uscite legate alle festività ti faranno sentire come Gesù. Dormire in una stalla; ti ci abituerai. Tieni d'occhio la posta, il Fisco ti manda i suoi auguri.
Salute. Non sarai al riparo da un congiuntura economica negativa, ma il tuo ottimismo eviterà il dissesto. Ti renderai conto che spesso i tuoi mali sono di origine psicosomatica, ma da quando hai venduto un rene per sfamarti, le cose sono migliorate.





Assessoroscopo allo Sport e Politiche Giovanili, Pina Tommasielli.
In linea con le spoliazioni repentine et armate subite dai cavalieri in mutandoni azzurri, anche l'assessore allo Sport del Comune ha subito aggressione vandalica; non alla persona ma al suo bene immobile, lo studio professionale in cui opera come medico generico. Povera Tommasielli, chi tocca il Napoli ne subisce il danno, a quanto pare. E a nessuno venga in mente di toccar lo stadio!, ammonì rizelato il Re Giggino, quando l'assessore osò profferir favella in merito alla vendita o meno del Sao Paulo al Regista Azzurro, il Divin De Laurentìs: “Per quanto riguarda il futuro del San Paolo e di piazzale Tecchio, vi è un discorso serio che trattiamo esclusivamente io e il presidente Aurelio De Laurentiis”, e gamba tesa sulla Tommasielli. E come osò la Tommasielli, questa è lesa Maestade?! E non contento, il Nostro le piazzò nello staff dell'Assessorato anche la Cu-giggina, Lucia Russo, giovane laureata in Scienze Motorie, giustificando il tutto con un paravento statistico: “Il Comune presenta circa 21mila dipendenti. Se la statistica è ancora una scienza, mi sembra altamente probabile che una mia cugina possa lavorare come staffista presso una struttura del Comune”. Parafrasando Cartesio, “Cogito, ergo rum”, probabilmente aveva alzato il gomito, chissà. Del resto, son tempi di crisi, meglio rifuggiarsi negli affetti familiari comuni. E la florida Tommasielli? Sorride ed abbozza, di più non può fare. Sul piano sociale è però da menzionarsi la delibera esecutiva con cui la Giunta ha approvato l'istituzione di un Registro di Unione Civile, “che riprende un decreto del1' 89 sull'anagrafe, che nell'articolo 4 definisce la famiglia come '...un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune”. E si aggiunga anche l'istituzione di un Registro delle Associazioni Giovanili, of course: "Il registro cittadino delle associazioni giovanili, al pari delle altre grandi città del nord, consente di aprire una finestra sul mondo dei ragazzi nella città più giovane d'Italia”. Et Ammèn. L' assessore la prenda con sportività. Assessoroscopo da registrare, 6 -.
Amore. Il rapporto amoroso si trascina in un'estenuante maratona, cerchi l'allungo, ma il partner ti dribla. E' il caso di metterci uno stopper definitivo. Coabitazione difficile con persone egocentriche e che hanno il cognome che finisce in “-istris” (ma quante ce ne saranno a Napoli?).
Lavoro. Prenderai sempre più iniziative, e la tua convinzione ti permetterà di imporre le tue scelte. Ma durerà giusto cinque minuti, il tempo che il Murat si riprenda dalla pennica pomeridiana. Riconosciuti i tuoi sforzi, si girerà dall'altra parte e comincerà anche a russare.
Salute. I nervi saldi ti permetteranno di mantenere questo ritmo serrato. Ti renderai conto che essere sola è comunque meglio che avere un parente non tuo intorno. Bada bene: non sei depressa, ti girano soltanto le palle. Rischi una crisi da stess, evita lo sport in questo periodo.




Assesoroscopo al Patrimonio e Personale, Bernardino Tuccillo.
Napoli, città verticale, formicaio dove le case s'incollano le une alle altre, il tufo si fonde col cemento, il cemento preme, il suolo si sfalda, fiumi carsici magnano e rosicano le fondamenta, come denti di zoccole arruffate. Un bel patrimonio da gestire, soprattutto sul versante pubblico: il Comune ha da sempre il problema dei fitti passivi (molti sprechi irrazionali) e di quelli attivi (dove riscuote poco, i canoni non vengono indicizzati, le risorse sperperate). L'ex sindaco di Melito è partito lancia in resta, verso una dismissione forzata degli immobili in eccesso, o non gestibili per costi e noncuranza; atto dovuto, per carità, peccato che nell'elenco degli immobili pubblici possano rientrarci (per mera svista, s'intende) anche siti di storico interesse, come la casa di Giuseppe Moscati, in via Cisterna dell'Olio, pieno centro antico. Per la serie “ci vorrebbe un Santo in Paradiso”, e manco quello abbasta più, oramai. Il bene comune è cosa mia, è risaputo, e via d'abusivismo edilizio in quel di Partenope: e dove prima c'era striminzito loculo a balcone, adesso fiera e bella c'è veranda; 'o bissinesse è cosa buona, dunque Camurrìa gestisce il conto, et voilà! Il subaffitto illegale è garantito, non al legittimo assegnatario, ca va sans dire, ma se paghi sull'unghia e cash te lo cedo a prezzo di mercato. Nero ovviamente. Camorra che ti gestisce anche i veri loculi, quelli del cimitero, rivendendoli sottotraccia, o meglio sottoterra. Apriti cielo! Ma chiudete le fosse...e tutto ciò avrà forse un freno grazie alla “Costruzione di un moderno forno crematorio che metterà Napoli al passo con le altre grandi città europee”, garantisce il Tuccillo. Preghiamo per noi. Tra dismissioni, tagli al personale, stipendi da congelare (per un risparmio di circa 6 milioni di euro annui), dipendenti da sorvegliare (attivo un nucleo di vigilanza interno per la valutazione dell'operato degli amministrativi, che non poche critiche s'è attirato, anche dai sindacati di categoria), affitti da riscuotere (il Comune vanterebbe un credito anche da alcuni partiti politici per mancato versamento di canoni immobiliari, valore circa 1 milione di euro), cimiteri da costruire, è anche normale che uno si distragga, ritrovandosi nel proprio staff Dario Montefusco, figlio di Giuliana Visciola, direttore centrale del Comune, no? Ma è mera distrazione, basta spiegarsi: “I parenti di un amministratore devono per forza espatriare per lavorare? Credo nel merito, nella formazione, nella selezione del personale. Il resto è chiacchiericcio fangoso”. Tutto chiaro? Andiamo al regolamento, qualche cavillo, codicillo, Tuccillo, dovrà pur esserci: no, tutto regolare, basta che il parente non lavori nel tuo, di staff.; e questo è il motivo per cui anche l'Hermano Menor può scorrazzare felice per l'avito Palazzo, mentre Giggino sonnecchia tranquillo. Mica si pretenderà che espatri? Oltretutto è anche “Volontario”, all'estero subirebbe l'onta del pretium, del vil denaro come stipendo: orrore! Assessorato distratto, 5 (e stiam larghi).
Amore. Dismessi i panni del seduttore seriale, il cuore lo affitterai alla persona giusta ad equo canone. Attento allo sfratto improvviso, comunque.
Lavoro. Sei in un periodo vulcanico, le valutazioni immobiliari alle falde del Vesuvio stanno salendo.Non esitare a proporre le idee più pazze. Ma quell'idea della pizzeria vicino il forno crematorio la rivedrei. O almeno cambierei la pala per infornare.
Salute. Dovrai ridurre le risorse interne, rischi che la tua cubatura aumenti in modo esponenziale. Attiverai un programma di ristrutturazione per il periodo post-natalizio, ma i tagli imposti al personal trainer, ti impediranno di ritrovare il peso forma, e sarai registrato come “bene demaniale”.






“Auguri. Buon 2012!”


Firmato: “I Maya”.

lunedì 19 dicembre 2011

'A Casa der Signore
























ICI, ICI, zento otore di tecnicucci....."


"Suona er campanaccio,
se vedeno li putti, er Cuppolone;
s' a gode sua Eminenza,
sontuoso e bello, cor cappellaccio:
'a fazza illuminosa, pare un rosone;
se ferma lì, s'affaccia e penza.
"Me ponno scorticà, sordi nun caccio!
du' chiesette, quattro case, tre casini,
nun se tasseno, se sà, le robbe mie,
da che monno è monno!
Avemo già dato pe' corpa de' bambini;
ce manca er conto per le cose pie!
Nun se fa, nun ponno!".
Giunge camerlengo, cor telefonino:
"Santità, er Governo, pare urgente,
ce sta coso, er lungaccione,
er Premier novo, Mario Monti".
"Ave Mario, tu ce tassi pane e vino!
Fai torto a vecchio, pur piangente,
'o sai, prenno poco de pigione,
famo a cambio, aridateme Tremonti!".
Po' se ferma, scura er volto,
pare morto, nun se stacca;
"Santità, ma che, se sente bene?".
Er Papa piagne, pure molto;
"Quell'altro alla patacca,
questo al PIL, è n'ossessione!
M'ha detto quel che disse Cesare:
"Veni, vidi, vici",
qua so' minchie amare!
"Santità, c'è da pagà l'ICI"

Buon Capo (fa) danno.
























Le Divin Giggien, il Sindaque du Role all'ombra cremisì de lu Vesevo, l'inimitable.
Le Maire Arancionè, ca va sans dire, è il tres chic de l'Italie, le plus, tres charmant, 'o meglio. "Fuori mi osannano" è il suo credo, ma almeno 'o sanno?
Se è osanna nell'alto dei cieli-De Magistris, che almeno sia, di grazia, riconosciutagli una grazia, sì come preghiera: taglia, cuci, sposta, metti, intruglia, sfrucuglia, ammanta, smonta, fionda, ronda, randa, mandale a dire, tornale a dare, piglialo, dammelo, stendilo e strummolo, voglaimo che il Re conquisti lu Regno, di grazia, e intiero tutto! Oroscopando nell'iperuranio stellare del Giggino Murat, il 2012 sarà l'anno dell'Arancionè: nuove fortune in politica e amore (farà innamorar di sè tutti i sinistrorsi usciti dal letargo piddino), salute di ferro (per lui ed il fratello, l'Arancino Menor), lavoro alla grande e sesso alla glande! E NApoli a gorgogliar sullo sfondo, pennacchio calante...oppure no?
E' l'anno che fa per Lui, pronti in resta, pronto alla lotta, elmo di latta, tre numeri al lotto, senza pianger sul latte, o cincischiar nel letto! Alle armi, seguendo le orme dei cavalieri senza macchia, nel mucchio, che l'arancione ammacca!
E che resta se non fargli gli auguri?
E' lui il vero Capo d'anno, e caput per tutti, capate a destra e manca poco alla sinistra, capito che capita, col Capitano? Caspita!

domenica 11 dicembre 2011

Giggino Murat , Bagnoli, ed il Regno a mare (con tutti i panni sporchi).

















“Ma che - che - che occasione ma che affare
Vendo Bagnoli chi la vuol comprare
colline verdi mare blu
avanti chi offre di più;
Ma che - che - che occasione ma che affare
Vendo Bagnoli con le ciminiere
però sbrigatevi perché
è un'asta conto fino a tre!”.
(E. Bennato).

“Cominciò prima a piovere e poi a grandinare.
Seduti nel pulpito delle colate continue, udimmo la rabbia del cielo sopra le nostre teste;
attraverso i vetri dei finestroni ci raggiunse una successione di lampi che ci ridusse a un forzato silenzio pieno d'attesa”.
(E. Rea, “La dismissione”).


Incipit. Un'attesa messianica, diuturna, ormai quotidiana, che si dipana dal lontano 1904, da una delle innumerevoli Leges Speciales per Neapoli, la “Legge Gianturco”, che istituì il polo siderurgico bagnolese, affidando il territorio alla genovese Ilva, su terreni già adibiti ad agglomerato industriale, grazie alle industrie petrolchimiche finalizzate alla produzione di solfato di rame, acido solforico e fertilizzanti fosfatici (la cura ed il rispetto ambientale son genericamente nel dna italico). Mesdames et Messieurs, il 1910 foriero di grandi eventi e sviluppi futuri (e Bagnolifutura ne condensa massimamente il concetto) è qui per voi! Ed al resto ci pensa la Grand Guerre, con la produzione siderurgica alle stelle (nel 1918 erano già 4.000 gli operai occupati), cui si aggiunge a cavallo dei '30 la Montecatini, poi Montedison (ah, il caro vecchio amianto ad Eternit memoria!), passando per la Seconda Grand Guerre (con distruzione pressochè totale degli impianti), il boom dei '60 (con la nascita certificata dell' Italsider), il cambio in corsa di piani regolatori del Comune Partenopeo (metà anni '70, per l'ampliamento dello stabilimento; '85, nuova variante: eliminate le prescrizioni sull'intera area, Bagnoli viene riservata completamente alle attività industriali e connesse), la chiusura dell'Eternit (la nocività dei materiali ne condanna senza appello la produzione), et voilà, les jeux son faits! Rutilanti cambi di nome, demansionamenti d'area, delusioni e speranze, fino alla chiusura del '90 (altoforno e acciaieria, con le linee e la colata, vengono dismessi; chiude anche la Cementir, connessa alla produzione di cemento armato). Neapoli perde il suo polo d'industria pesante, inizia il declino ecomico post-industriale. Una cavalcata di cent'anni per una solitudine liquorosa e cristallizzatasi nell'immobilismo prossenetico di questi anni mutevoli.


Corpus (Domini). 1994, Anno II del Viceregno di Tottonno Bassolino, il Signore di Partenope, Don Antonio: da allora e fino al 2002 (anno di costituzione della Bagnolifutura, fu “Bagnoli S.P.A.”) per la prima bonifica e lo smantellamento del moloch siderurgico vengono spesi ben 343 miliardi di lire; indi poi, viene sottoscritto un protocollo d'intesa per il risanamento e la bonifica della costa disastrata, riconoscendosi nell' Ilva stessa il soggetto responsabile delle operazioni tecniche di dismissione. Inutile dire che bonifica mai fu completata, con le carcasse ossificate e derelitte in perenne disfacimento.
Vulgata plebea vuole che mai furon completati, nell'ordine: un porto turistico per circa 700 posti barca (cassato dalla Sovrintendenza perchè interrompe la linea costiera); la rimozione della colmata di cemento armato (inquinatissima et nocumentissima et cancerogentissima), che a trasferirla costa un botto; la mancata bonifica dei circa 330 ettari affacciati sul golfo, tra Posillipo e Nisida; il mancato avvio della costruzione di lotti d'immobili d'edilizia popolare su suoli edificabili ( ma sempre inquinati, of course); etc, etc.. Insomma una silloge perdurante di fallimenti vittoriosi e molto poco virtuosi per il Comune che ha fatto comunella (la Bagnolifutura è al 90% nella disponibilità dell'assise di San Giacomo). E non dimentichiamo, a memento ed exemplum, che l'elemento chiave doveva essere il polmone cittadino e verdissimo, di clorofilla a saturare, d' enorme parco a scala urbana di circa 120 ha, che avrebbe dovuto esser, naturaliter, verde cerniera tra cittade grigia triste solitaria y final e Mare Nostrum, (o Monstrum, vista l'anomalia degli aromatici depositati in loco, sul fondale?). E come obliare la filiera di grandi alberghi e cotillons, estesi su di un'area di oltre 70 ha ai margini del parco, con annesse et connesse attrezzature turistiche e spa (inteso come luoghi di benessere, non di intrallazzo finanziario) a non finire? Ai posteri la sentenza, sperando che non sia quella d'un tribunale a ferale condanna.

E già, perchè forte è il rischio d'un sequestro definitivo dell'area per inquinamento da eternit, cadmio, arsenico, idrocarburi e materiale di risulta, e che risulta esser una vera cloaca maxima, paradise in terra per oncogeni di buona volontà e neoplasie all'ultima moda.
2011, salto in avanti e ritorno al passato: il Regno è passato di mano, dal ”Don” (Bassolino uber alles), alla “Donna”(garrula nonnina, felice Rosetta), forse al “Danno” (oddio, e se c'è Beffa? Se ne ceni, orsù!): al timone, fiero, masaniello ed impettito, c'è Giggino Murat, galloni lucenti ed alamari pezzotti; suo il veliero, sua la rotta arancionè. Presto, di libeccio, di scirocco, uno sciroppo oddio che tosse! Spiegate le vele, l'abbrivio è lesto, strambate, alla dritta, e se poi rovescio? Su, alla randa, ma qui si sbanda, attenti, o boma o morte, vai di bolina, ma niente cazzate!

L'affaire Vuitton Cup ha riacceso il faro costiero su Bagnoli, la Procura neapolitana, con i pm Buda e Bisceglie, indaga e scava di draga: lo stesso Murat sentito dai magistrati, periti incaricati, saranno (si spera in definitiva) le analisi delle acque a fugar dubbi e rovelli, accuse e sospetti. “L'80% dei campioni ha dato riscontro negativo”, fanno sapere dalla Bagnolifutura, mentre l'Arpac ed il Ministero dell'Ambiente guidato dal nuclearista et incenritorista Clini (per lui benzina verde vuol dire “ecologica”), confutano e ribaltano i dati come in pochade francais: “Ci sono tracce evidenti di IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e PCB (policlorobifenili) ad alta persistenza ambientale nelle acque antistanti la colmata in cemento: i primi 20 cm del fondale hanno un quoziente di rischio pari a 4737 volte la norma”. Un bel pastiche, ca va sans dire, anche se costruire una piattaforma rimuovibile, come nelle primigenie intenzioni di Giggino e dell'ACN (la società di scopo a partenariato pubblico-privato), su di una struttura elevata con materiale di scarto e risulta (circa 1300 metri cubi di munnezza altamente inquinante) non è il classico coupe de theatre che ti aspetteresti dal Nelson partenopeo (ma fosse cecato pure Murat?), anzi. E dire che la riqualificazione territoriale, la bonifica ambientale di Bagnoli erano il fiore all'occhiello (assieme al piano rifiuti integrato) del programma elettorale del Maire Nostrum, ed il suo infallibile fiuto da esarca fulgido e illuminato avrebbe di certo guadato e guidato fuor dal limaccioso trogolo impantanato, la corazzata di Bagnolifutura senza colpo (di spingarda) ferir. Poi che fu?

Paiono lontani i sogni neapolitani di rendere Bagnoli novella Goitzsche teutonica (la regione mineraria di oltre 60 km quadrati di miniere di lignite a cielo aperto, riconvertite in laghi e parchi a misura d'uomo): azzerati i vertici del Cda, auto-dimissionatosi il presidente Marrone (vicenda astrusa e poco chiara invero), Bagnolifutura rimane un carrozzone vuoto, da barnum periferico che ha già ingollato 340 milioni d'euro, con previsioni di spesa lievitate in pochi anni come porcini all'ombra del Vesevo; circa l'86 % in più rispetto alle prime ottimistiche previsioni. 31 milioni di euro sarebbero stati impiegati solo per la bonifica, vexata quaestio dal kafkiano andazzo, mentre nel totale sarebbero 259.358.195 euro, i fondi stanziati per il recupero dell' ex area industriale. Gratta e vinci, ma qui a rosicar fortuna ci si rimette tempo, salute e denari.
La “terrazza a mare”, come amava definirla il vicesindaco di Rosetta, Tino Sant'Angelo, è rotonda torta da spartirsi in riva al mare, e la rive guache della Sinistrata pidina a déjeuner sur l'herbe non fu da meno: colmata, bonifica e debiti son cimeli d'un'epoca che a Neapoli si ha per acquisita. Come dire?Archeologia politica et industriale.

Exicipit. La Vuitton Cup, o meglio le poco paludate preregate, porteranno un flusso di circa 38 milioni di euro a veleggiare verso Partenope; le colonne d'Eolo, a corrente alternata, sono flusso interrotto di capitali e credibilità da spendersi tra politica ed affarismo, Palazzi e Potere, tra Murat, Regione e Provincia. Eppure. “L'America's Cup è un mezzo molto importante per definire una volta per tutte la bonifica di Bagnoli”, chiosava il Metre di San Giacomo non molti mesi orsono; certi di maxima buona fede, la visione politica del Giggino è ben mediocre, v'è da dire: è pur vero che il Nostro è Sindaco da poco, e mai si vorrebbe additarlo come correo e responsabile di uno sfacelo che affonda le radici in un ventennio d'immobilismo e maramalderie scialacquatorie di una sinistra da manuale Cencelli nella spartizione di poltrone, incarichi e malaffare. Ma è dato certo che la miopia politica di questa fase murattiana è inescusabile, che la bonifica era da attuarsi in primis, ponendo il focus su Bagnoli per riqualificare gli ettari disastrati e dirottare gli introiti derivanti dalla Coppa America verso un rilancio cittadino a lungo termine. La mediocrità al potere non paga, l'arroganza ed il personalismo son cavalli di Frisia da non cavalcare, dacchè gli ostacoli van aggirati, non caricati a corna basse. Forse il Murat è ancor inebetito dalla frenesia mediatica che lo pervade, da un berlusconismo comunicativo al limite del parossismo narcisistico, dai riflessi catodici dell'esser popular, nonchè populista. Il vezzo da purosangue bizzoso e frusto non paga, e l'esser maschera mediatica non rafforza il messaggio: amministrare è percorso di lustri e costanza, pazienza e discernimento. Tutto quel che manca al Nostro, almeno fino ad ora.

Le aree sono inquinate, Bagnoli sarà interdetta alla kermesse, questo è palese e fuor di dubbio. Bastava ascoltare i peana dell'Assise di palazzo Marigliano e delle associazioni ambientaliste ( e Giggino non concesse loro audienza), che da tempo chiedevano l'analisi dei rischi per Bagnoli, una bonifica seria e programmata e la rimozione della colmata: ma il Leviatano affascina il nostromo, come cetaceo pallido e mortale. A Palazzo han pronto il Piano B; sinistro suono, qual sito carnoso ove palpare a mano tesa: e in effetti stavolta ci vorrà fortuna, per non dir viepiù prosaicamente “culo”. Via Caracciolo o Molo San vincenzo, per le regate a breve giro di boa i nodi son gordiani e da sciogliere al canto di sirena.

Il giro velico in ottantacinque giorni dovrà gettar l'ancora alla fonda, nel Golfo incantato a promenade: il primo nodo da sciogliere è amministrativo, ovvero chi può o debba farsi carico delle nuove opere in essere. Bagnolifutura ha gestito la gara, con le opere in cantiere ed ancora sub judice; l'ipotesi è quella di considerare valida la gara già svoltasi, tenendo per rato e confermato che la Vuitton è assegnata a Bagnoli, salvo migrare per eventi contingenti, scavallando Posillipo e solo per la tornata del 2012. È un' ipotesi che non recide il fil rouge con le ditte appaltatrici per il secondo round del 2013 (che si vuole comunque a Bagnoli, sperando nel viatico del ministero dell'Ambiente) e non dovrebbe (teoricamente) scontentar nessuno. Ma Nessuno accecò il Ciclope monocolo, e Nelson l'ammiraglio, di occhio uno ne aveva in conto...
Oppure no?

martedì 6 dicembre 2011

L'uomo che rubò Gioconda






















Principio novecento, belle epoque di fiere e commerci, artisti a la carte al chat noir, Monmartre e Moulin Rouge; Parigi val bene una festa, e quante per le vie e le buttes, bohemiens alla Toulouse, borghesucci arricchiti e nobilucci spiantati: mesdames et messieurs, bienveniue à Paris! Sola bisboccia, paillettes e sfavillio? Del rovescio v'è medaglia, è cosa nota, vox populi, vox dei. Dei soliti di grazia; prolétaires ed emigranti, sfasulati e senza soldo, a stento un cacio nella tasca, e niente pane. Vincenzo Peruggia, italiano di Dumenza, in quel di Varese, emigrante non per lusso, viepiù necessità, imbianchino e decoratore, è figlio di popolo in cerca di fortuna. O anche meno, che s'avanzi almeno un tozzo di baguette, se non di “cafone” (come pane); e chi il cafone, signori miei? Qui si fa l'Italia, e si muore di fame! Meglio Parigi, val bene una messa scalza, mani grosse cervello fino, sorriso giocondo. Ma che v'è meglio del sorriso di Gioconda, per italiano all'estero emigrante? Monnalisa, sia gentile, un po' per celia, un pò pe' Belpaese, sott'al braccio e così sia. Vincenzo Peruggia è l'uomo che rubò Gioconda, historia d' un “Erostrato” moderno ( costui passò alla storia per singolo gesto, ed avvetato, quale incendio di Tempio artemideo ad Efeso), ladro per orgoglio e appartenenza, italiano che sentiva il peso di costumanza e bandiera: sissignore, Monnalisa, la moglie di Messer Giocondo, in Francia dal principio del secolo XVI, nel fardello di Leonardo, fu di netto staccata dal sepolcro e nicchia parigina, e portato sottobraccio, sottotraccia, di nuovo in Italy. Da Vinci, perdinci, ancora al Belpaese; come biglietto unico di lotteria fasulla, che peschi il numero ed è destino fesso, cavo, e tu sei lì, stolido e imbambolato, a rimirar tagliando; ma non sempre t'accontenti. Vincenzo lavora, in quel di Francia, è “mangiamacaronì” , forestiero, cugin povero d'Oltralpe, deriso, derelitto; e maledetti mangia-rane, mangia-baguette, francofoni con facce da mummie e da museo; ed è il Louvre il vostro stallo! Ma non di Monnalisa; la madonna, deride, sorride, sfruculea, “che ci facciamo ancora qui? “, par che gli dica: e su, Vincenzo, è un delitto laciarla lì. Furto, per la destrezza e precisione: piano semplice e svizzero (inteso da orologio), manolesta ed italico tocco: il 21 agosto del 1911 la Monnalisa s'involava nel pastrano liso e mondo dell'audace Macaronì; e Napoleone è sistemato, la ruberia pareggia il conto, rivalità ristabilità, uno a uno, balùn al centro. E poi che fu? Una sedia al centro, luci e cono d'ombra; in scena, corpo solido e d'un pezzo, Vincenzo è a processo. Firenze, 1913, latitanza, lontananza, per due anni Gioconda transfuga, tutti ai pazzi, Francia in primis, e poi “Tripoli e Italia” (dal nome di pensione dove il nostro fu arrestato, Monnalisa ritrovata): imputato Peruggia, si alzi e ci racconti, che fu, come dove, e perchè mai?
Vostro Onore, che poi è il nostro, onore e vanto degli Italiani, tutti e nessuno, escluso (ma solo un pò) il Peruggia, che si fece un anno e passa al gabbio, tale il pretium da pagare. Audace colpo del solito ignoto che diviene assai noto, e nuota nell'oblio, per emergerne Eroe, oppure “Anti” , eppure chapeau!, e bravo Vincent Leonard, (questo il nick che il nostro adopra). Vicenda umile ed altissima, grottesca, tragicomica: eppure. Eppure l'appartenenza, il richiamo di sangue e radici che ti tira la giacca, anche quando dovresti farti i fatti tuoi, dovresti pensare alla tua di pagnotta, altro che orgoglio e onore, e Patria, e quel che è stato. Lo Stato.
L'uomo che rubò la Gioconda, che gesto aulico, d'arte sublime, come metterci il baffo sopra, e ci fa un baffo il Duchamp, vero Peruggia? Un piccolo segno, uno squarcio, sulla tela del tempo, impronta di riscatto, se non riscossa. E nulla riscosse, a parte qualche anno di galera, ma applausi sì, e medaglie di latta da appuntarsi in bavero. Pacato vezzo d'esser italiano, e se un popolo, il Popolo, esiste, allora Peruggia è anima pura che rappresenta l'Italia geniale, o quel che ne rimane. C'è chi visse d'arte e chi semplicemente la rubò. Per restituirla al suo tempo e al suo Paese.

giovedì 1 dicembre 2011

El Hermano Menor, ovvero "Un Arancione per Due"

















“Voglio che per secoli si continui a discutere di quello che sono stato, di quello che ho pensato, di quello che ho voluto” (C.M. de Talleyrand).


Ab Urbe condita. E cioè succosa, umorale, vaporosa, oleosa historia neapolitana, come fresca 'nzalata de cestunia appriparata sul desco di Partenope, io nevver canto (e me ne vanto?). Venghino siori, venghino, che non di Livio (ne rimase forse livido?), qui è il conto e l'abbrivio, seppur di germani reali, e non romani, qui si favella; e fa vela, velletario, il vello al vento, ed è nocchiero il Piccolino ( di Palinuro?), di palo in frasca, in resta, segue mesto la scia d'un Fratello Grande, Rivoluzione e Stocco, Arancione al tocco; “Claudio trema, la cugiggina è fuggita?” No, no un momento, un memento... Qui si scantona, gli avi s'azzuffano, è confusa-mente, ci si arrovella, affastella, appastella! Che di Napoli è la historia, e il giusto ac-conto di Rivoluzione, oggi come allor, ma l'alloro indi ove posa? Su collo merlettato o su pollo congelato? E questo è il conto, niuno sconto, ed è Commedia, e 'l Duca mio? Dica Duca (oddio il Principe!), di che o di cosa? Il conto, il canto! Ah, è vero, mi rizelo: il conto e il lauto pasto, e gli afrori, e del Forum il grande evento, e di germano il pio lamento, che è mal Comune, quindi mezzo gaudio; ergo, nuntio vobis gaudium magnum (e de che magno, poi?): “Sono Claudio de Magistris e non chiamatemi il Trota”

Che Trota, va bene, col mare di Neapolis non Lega; ma col Maire Partenopeo, s'ammischia e s'accumoglia? Come s'è detto, “Dai nemici mi guardi Iddio, che al fratello ci penso io”. L'Hermano Menor aleggia, nevvero, in quel di Palazzo, novello Talleyrand del Regno di Luigi (dopo il XVI c'è il 17, ih che marina!), è cosa nota; che ti nuoti l'avannotto quando lu guarragiggino (o più de coccio?) è in acque alte, al di fuori di scogliera, è arcano disvelato: un vice-Murat ci dovrà pur essere nell'acquartieramento, mica cotiche, diciam bene?. E allora largo!, tocca in pectore, spadino puntuto e coroncina in resta, al vicesindaco arancione. Sodano? Men che meno (ma è per diletto...o delitto?), al fratellino; ma che sia chiaro, per la vice-consiliatura nulla si percepisce, né vil denaro, nè prebenda, sola bastò virtù. “Prima di essere il fratello del Sindaco, sono un esperto di comunicazione e uno che sin da piccolo ha sviluppato la passione per la musica e per gli eventi. Ora lavoro gratuitamente al fianco del sindaco, occupandomi di organizzazione e della sua segreteria politica”. Appassionato di comunicazione, ne fece mestiere ed il cantagiro è tutto qua. Dove l'inghippo, di grazia?

Annunciazione, Annunciazione! Gabriele (Corrado, l'ex assessore pidino alla qualunque) ti ha dato la buona notizia! “Ma quando de Magistris Claudio va a Palazzo San Giacomo e siede nel gabinetto del sindaco-fratello per chi lavora?”. Domandare e lecito, lievita l'attenzione, e cortesemente s'attende la risposta sulla question: “Dopo la campagna elettorale il partito Italia dei Valori mi ha chiesto se volevo collaborare all’organizzazione del reparto comunicazione nazionale. Ho accettato, sono un cocopro”. E buon cocopro vi faccia! No davvero, cos'è Il Grande Fratello, fardello, friariello? Ma mi faccino il piacere, mi faccino, e la faccia dove la mette? Davanti alla testa, che è al solito posto, cioè sul collo, e ci facciamo il callo, e va bene... ma lei un posto ce l'ha? “Per evitare certe polemiche ho scelto di non essere inserito nello staff anche se la legge non lo impedisce, perché lo staff è per sua natura di carattere fiduciario. Economicamente ci ho rimesso. Sono un volontario”. Fiat voluntas De-Ma!
Collaborare all'organizzazione su scala nacional, e l'Arancione, il Fratello Grande che c'azzecca? Lo fa un po' per celia, un po' per il Sindaco, un po' per l'Idv, in attesa di morir (gratta e vinci, tranquillo)?

Come moscone di Serao, o Vespa aristofanea, il tarlo svolazza a fior di neo; fatta la legge, trovato l'inganno, facciamo la festa al nostro santo: San Giacomo può andare? Il volontariato è regolamentato a livello nazionale da norme al passo di lumaca; la prima delle quali è la Lex 266/1991 (che istituisce i cosiddetti “registri regionali”), cui han fatto seguito un bel D.L. 328/2000 e la riforma costituzionale del 2001 (più casini del Millennium Bug) istitutrice del principio “di sussidiarietà orizzontale”.E torniamo al Volontario: c'è possibilità di salvare il “Soldato Claudio”? O lo abbandoniamo dietro le linee amiche, anzi fin troppo fraterne? Mettiamola così: una figura come quella dell'Hermano Arancino non è facilmente inquadrabile da un punto di vista formale e giuridico.
Nessun norma! In Comune avrebbero dovuto avvalersi di "volontari", truppe regolarmente iscritte nei registri previsti dalla Legge, e regolarmente non retribuite. E sull'assenza di stipendio ci siamo, nevvero? In ogni caso trattasi di volontariato finalizzato alla erogazione di servizi alla comunità (quali assistenza agli anziani, assistenza agli indigenti e via discorrendo), non certo alla collaborazione con le massime autorità cittadine, ancorchè tu li abbia visti fare pupù nel vasino da piccoli.

Abstine, substine. Ma comma se fa se non c'è il cavillo? Quale il cavallo, per il De Magistris Equitum Imperii? Serve una pezza arlecchino, al minimo un canovaccio, val bene financo una mappina. “Il mio Regno per un cavillo!”, con Murat novello Riccardo III, di barda memoria, stracquo e assorto nel meriggio arancionè, eserca circonfuso d'aura giacobina, nonché rivoluzionaire: “Avimme scassate!”, ed invero un po' ha rotto, alfine. Prova il rappezzo l'Assessore al Patrimonio e Personale, il Bernardino Tuccillo: “Lui ha voluto lavorare al Comune come volontario, a titolo gratuito, come collaboratore del Sindaco per questioni legate alla comunicazione e alla cultura, che poi sono il suo mondo, quello nel quale lavora da molti anni. E nel quale, ripeto, è bravo”. Nessun rovello, amletico dubbio, sulla sostanza ad coadiuvandum: “Mihi pinnas inciderant!”, e per caritade, nessuna voglia di tarpar le ali alla colomba, e però...
Però il divieto di svolta sinistra per una Giunta che agevola virtù e trasparenza, è cosa giusta a rimarcarlo; dove la sostanza, dove la virtù? Non si ricorda dunque, d'un germano reale di Bassolino, o nipotina di Rosetta a scarrellare per l'avito Palazzo, no? O forse qui si pecca? No, in questo non v'è pecca, al massimo si picca, qualcuno, di concordanza in dissolvenza: si dissolve forse la “Revolution”, la discordanza col “consociativismo clientelare”, il familismo amorale di piddino andazzo?

“Tengo Famiglia!”. A pensar male, il peccato è in agguato, ma sovente ci s' azzecca; e ci s'inzacchera, in guazzabugli d'azzaccagarbugli per due capponi con una fava; e sale la freva, di temperatura al galoppo, e torna il cavallo, il cavillo, l'asinino raglio. Che non è sia di Buridano: tra il collaborativo volontariato in comune et amorosi intenti, e l'astensione ascetica perchè più opportuna, il Claudio sa dove indirizzare il soma, nonché somaro; “Non chiamatemi il Trota!”. Eppur bordeggia in limine, di sponda, e spande propri panni in Comune tra noi; e non si faccia virgineo volto, stolido e sorpreso, che qui di balocchi non ci si balocca, ma di potere e posizioni. L'esser “Volontario” in Pubblica Amministrazione, non percependo alcuno, come speculum Principis per alveo di potere invaginato, vuol forse significare che non si goda di riflessi e scampoli di poter aggiunto? In Segreteria, al telefono, spendendo il nome, acquisendo concretezza come neuronale ganglio di pubblico legame, seppur privato, perchè di “Volontario” qui cianciamo? Malfidato, belfagor, luciferino; è solo un rovello, pardon, niente di più. Soccorre ancora il buon Tuccillo: “In ogni caso, trattandosi ovviamente di persona di fiducia del Sindaco, valuteremo tutte le ipotesi sul tappeto per come regolare la sua presenza a Palazzo San Giacomo. Fermo restando, ed è bene ribadirlo, che Claudio fa volontariato. E decidendo di lavorare gratis e non credo che la cosa rappresenti un problema per il Comune”. Oh, io credo di sì, invero.

Paradosso. La questione su come normare la permanenza fraterna del Murat è a carico nostro: un rapporto di famigli diventa quaestio giuridica per Comune e cittadini; non abbastasse la “Cugiggina” nell'assessorato sportivo della Tommasielli, giù di regolamento, inchiostro e scartoffie per ammettere che sì, è cosa ben strana, presenza vana (o forse no), di un onnipresente Fratellino, eppure. Eppure che dire se la famiglia rimane legame indicibile, catena infrangibile? Visto che nelle pubbliche amministrazioni volontari non ce ne possono essere, a meno che non siano visitatori autorizzati ad un singolo ingresso, o che abbiano un'autorizzazione anche permanente, ma scritta, per stazionare negli uffici comunali, che s'appripari il sigillo Reale.
Il Regno è mio, e lo gestisco io.

Paradosso Due. E' una bella mattina, ho tanti et numerosi amici in comune. Vado, mi presento, voi già mi conoscete, che dite? “Faccio il volontario, collaboro con voi, allarghiamo la Famiglia Comune! No, no, voi m'offendete, non voglio prebende, spendo solo il nome, niuno problema, o no? Son di fiducia!” E mentre attendo che due robusti e nerboruti omini in camice bianco mi trascinino via di peso, sulle profetiche note di “Andiamo al Regolamento” d'arboriana memoria, farò anche il tempo a gettare il mio straziante lamento, “Non sono il Trotaaa!”, facendo un rapido e fugace saluto al Vicesindaco. No, non Sodano. Quell'altro. Il Volontario.