martedì 8 settembre 2009

Volevo l'America:

"Fiera baldanza dei Berluscloni, organi eletti a far da grancassa, senti la voce che è del Padrone, mentre i suoi polli ha messo all'ingrassa; odi il PD trepidar, ne vedi un'ombra d'opposizione? Son proprio dei polli! Che niuno s'azzardi giammai a fare scalpore, i partiti son belli coesi, forse che una mano levarsi vedrai? Nessuno che osi. Nessuno s'accinge a sputar nel gran piatto; il Re Biscione, nano furbesco dal sibilo scatto, levò il capo, scosse la chioma, e partì come toro all'assalto del Colle, proprio quello più alto "de Roma". Par quasi stanco, scarta e scantona, e invece ha più forza di una tromba marina, lui degli squali è il capobranco! Il Cavaliere Bis-unto, Bis-cione, Bis-cotto, ripete infinito le strofe più ardite, mai par stufarsi del vano ciarlare, di fregnacce sapite non paga lo scotto, lucido folle che inganna la massa, come Sirena seduce il suo Ulisse, mentre smargiassa, ne cinge le membra, e la nave barcolla in preda alla scossa. "Nessuno, è sicuro" gridano i flutti, spezzando le vele e schiacciando la possa, "nessuno al timone ci tiene in catene, ahi serva Italia, le spalle ormai al muro, prepara il badile, e scavati fossa in un mare di fiele"! Il Re Buffone è infelice nocchiero, sono ormai lustri che sul cassero è assiso, mentre aldilà dell'Atlantico scuro, s'erge un vessillo ancora non liso: ma è una faccia, sì proprio un gran viso, ed è pure "abbronzato" come quello d'un nero: guarda l'Omino, il Nuovo Messia, prova a sorrider ma è troppa la fama, più che sol uomo pare Divino! Obama il nome dell'eburneo Golia. Il Piccolo Cesare non regge il confronto, è alto una spanna, una spanna di meno, che altro può fare se non leccare il culo di quel gigante sì fiero, che pare Madonna, ma è alquanto più nero? Berlusca s'indigna, s'incazza e sbarella, ma nulla si può davanti al Destino, che fece quell'uomo sì grande e regale, mentre col nano invasato azzuppò nel pitale: urla e bestemmia, che pare Caino, straccia il pelame battendosi il petto; nulla da fare, s'ode vicina una celeste sirena, e infine barella, e camici bianchi, e quattro omaccioni. "Voi non potete, son Berlusconi!", gracchia il tappetto sentendosi offeso, ma quei di rimando: "Un par de cojoni!", lo prendon di peso e sovente a calcioni. Povera Italia serva e negletta, ma pover le chiappe del Cavalier Berluschetta!".

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