venerdì 31 ottobre 2008

Pensierino Anti-nano:

Berlusconi non sente la piazza: il solito tappo di cerone...

Un Cosentino Napoletano, l'affaire s'infittisce:

Riprendo il discorso da dove l'avevo interrotto. Si diceva del bel Cosentino dalla faccia pulita e dai maneggi poco chiari: bene,le amicizie del nostro politico sono da prima pagina e ben presto ci trascinano anche lui, che ovviamente si dichiara estraneo al tutto, e fino a condanna definitiva fige la presunzione d'innocenza. Ma le circostanze sono comunque inquietanti, come una foto di Ferrara che fa il bagno nudo.
Nel 1993, Cosentino e Mario Schiavone, cugino di Sandokàn, si ritrovano concordi davanti al notaio per un matrimonio d'interessi: Schiavone è lì per vendere un terreno (circa due ettari), Cosentino per acquistarlo, prezzo sull'unghia quaranta milioni.
Il piccolo sottosegretario casale si presenta alla stipula dell'atto al gran completo: tutti e cinque i fratelli Cosentino davanti al notaio, una famiglia molto unita a quanto pare. Un piccolo affare per i Cosentino, eppure c'è tutta la Sacra Famiglia per Mario Schiavone, un pò strano, no? La società della family in quell'anno fattura già oltre venti miliardi di lire, eppure per un semplice acquisto di terreno si presenta tutto il gran giury! Mah, del resto le tradizioni sono importanti qui al Sud, Natale e dal Notaro con i tuoi, Pasqua con chi vuoi... Resta però la stranezza di questo atto: un terreno che sorge proprio a ridosso degli appezzamenti di bufale degli Schiavone, che cacchio se ne facevano i Cosentino? Quindici anni dopo il terreno è ancora nello stato iniziale, nessuna costruzione è sorta sopra: eppure il bel Cosentino di palazzi se ne intende, visto che ha costruito anche il tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere. Oddio, l'edificio era destinato ad un condominio di civili abitazioni, ma che volete siamo in Campania, edilizia creativa! Giudici ed avvocati gironzolano per stanze minuscole, passeggiando davanti a balconi su cui, all'occorrenza, possono stendere le toghe ad asciugare. Ma il vero "bissinesse" della famiglia è l'energia. Chiedete a Sparanise, poco più di settemila anime in provincia di Caserta, e vi diranno a chi appartiene la centrale elettrica entrata a regime nel duemilasette: sì, è del nostro Nicolino, quel ragazzo una ne pensa e cento ne fa! Il Leviatano elettrico da ottocento megawatt era stato fortemente osteggiato dagli abitanti di Sparanise, e ci volle l'intervento dell' allora ministro Marzano, che come un falco calò da Roma per imporre la centrale. E indovinate chi gli stava affianco, tutto bello sorridente con doppiopetto d'ordinanza? Eh, vedo che siete scoraggiati, ma sì, proprio lui, il nostro Nicolino! Quel ragazzo farà strada, ve lo dico io... Forse è un tantinello conflitto d'interessi? Forse una persona dabbene, un politico che non vuole gettare ombre su di sé, non dovrebbe avere interessi economici così forti ed ingenti, quando agisce come esponenete politico, o la cosa nell'Italietta del Nano Testadibitume non si può dire? Di sicuro non fa più scandalo, Berlusconi docet. Ma il piccolo Nicola non finisce di stupirci: al suo gruppo appartengono l'Aversana Gas, l'Aversana Petroli, i distributori IP Service, l'Immobiliare 6C, la società Agripont; il fulcro dell'impero rimane comunque la produzione di energie e combustibili fossili, anche grazie alla forte presa dei Cosentino sul territorio. Presa o morsa soffocante? Eh, già, perchè i nostri Cavalieri della Cupola Rotonda, riescono a vincere facilmente appalti e commesse, il loro indice di penetrazione nel territorio è altissimo: e questo, in una terra martoriata dal racket casalese, non è poca cosa. Appare addirittura sospetto. A Sparanise la pompa di benzina più vicina alla centrale elettrica appartiene, guarda caso, ai Cosentino,ma chi la gestiva per conto loro? Il nipote di Giuseppe Papa, noto boss della camorra, condannato per omicidio: quando si dice la coincidenza! A dire il vero la Procura Antimafia ci provò pure a fare luce sull'enigma Cosentino: nel novantasette nega il certificato antimafia per i cantieri della centrale elettrica, pare che il pericolo di infiltrazione mafiosa sia più di una semplice eventualità. A Nicolino gli viene un colpo. "Gli appalti bloccati? E come cacchio faccio?" La società Aversana Petroli ricorre al Tar, poi al Consiglio di Stato, ma evidentemente gli intrallazzi politico-casalesi sono qualcosa di reale e non macchinazioni delle toghe rosse, di un opposizione inopponente, o degli alieni venuti da Plutone: Cosentino and Family stavolta rischiano grosso. Poi, il miracolo!
In Prefettura cambiano idea, Cosentino ottiene la tanto desiderata certificazione antimafia: c'entra per caso qualcosa, il fatto che il nuovo Prefetto Maria Stasi sia stata eletta alla Camera col PDL, lo stesso partito-azienda del bel Nicolino? Beh, in Campania niente è casuale, e la necessità procura ben strani compagni di letto, ma il tarlo rimane. Nicolino pure. State sintonizzati.

mercoledì 29 ottobre 2008

Pensierino della buona notte:

L'Uxoricidio è un ottimo rimedio contro il mal di testa.

Un Cosentino Napoletano

L'enigma Cosentino. Nel senso di Nicola Cosentino, avvocato, sottosegretario all'Economia, braccio destro del "creativo" Tremonti (l'Italia un paese bagnato da tre mari e prosciugato da Tremonti), nonchè coordinatore regionale per il PDL, il partito del popolo del Nano di Arcore, il Berluscignolo del Paese dei Bacucchi. Che ha fatto il buon Cosentino? Ma niente di che, se vogliamo: per uno nato e cresciuto, anche politicamente, a Casal di Principe l'essere un postino dei boss casalesi è il minimo che gli poteva capitare. D'atronde lo accusano solo quattro pentiti! Ah, dimenticavo, è anche parente (acquisito, bontà sua) del boss Giuseppe Russo, detto Peppe 'o Padrino: del resto uno i parenti non se li sceglie, no? Gli amici teoricamente sì, però. Ma andiamo con ordine. Tutto nasce da una costola del mega-processo Spartacus, quello alla cupola casalese, che ha portato all'arresto e alla condanna all'ergastolo di Francesco Schiavone, meglio noto come "Sandokàn" e dell'altro super-boss Francesco Bidognetti, conosciuto nell'ambiente col nomignolo di "Cicciotto 'e mezanotte"; processo che ha visto imputati oltre trenta galantuomini in odor di mafia (non solo, c'è voluta l´escussione di 508 testimoni,tra cui l´interrogatorio del pentito Carmine Schiavone, cugino del capoclan; è durato 49 udienze, 50 udienze per la requisitoria del pubblico ministero, 108 udienze per le arringhe dei difensori. L'esito provvisorio di questa prima fase è stato di 95 condanne, di cui ventuno gli ergastoli comminati, ventuno anche le assoluzioni, quasi tutti i politici coinvolti e i rappresentanti delle forze dell'ordine: un catafalco di carta alto quanto la Torre di Pisa) e che adesso pende davanti alla Corte d' Assise d'Appello di Napoli, per il secondo grado di giudizio. In uno degli ultimi verbali depositati in Procura, in occasione dell'inchiesta "Spartacus tre" ( c'è anche uno "Spartacus due", sugli appalti truccati e sui cantieri ed imprese gestiti direttamente dalla camorra casalese), un pentito, tale Domenico Frascogna racconta di Cosentino, di come fosse il Caronte, il traghettatore politico della volontà camorristica dei boss di Casl di Principe. Siamo a cavallo degli anni Novanta, Schiavone all'epoca era libero come un fringuello e si godeva l'ozio nella sua villa hollywoodiana, immerso nella sua vasca da bagno colosseale, nel senso che la circonferenza della stessa ricordava quella dell' Anfiteatro Flavio, volgarmente detto il Colosseo. Nicolino bello viene eletto consigliere regionale per Forza Italia, un plebiscito di voti, il trampolino giusto per fare un salto nel salotto buono (vabbè, si fa per dire), tra quei parlamentari di Casta e di Partito che bivaccano in Parlamento: in quegli stessi anni, secondo Frascogna, Cosentino andava facendo la spola tra Schiavone e gli altri boss minori del clan. Il pentito non lo chiama mai direttamente in causa, ma si riferisce ad un politico molto conosciuto, detto 'o 'Mericano, molto attivo sul piano regionale eprovinciale, tra Casal di Principe, San Cipriano, Cancello Arnone, e tutta la provincia casertana. Insomma, un vero Camorr-trotter, con tanto di pedigree accreditato nell'ambiente malavitoso. Ma il pentito non è il solo ad accusare il Cosentino: anche Michele Froncillo e Gaetano Vassallo, in due distinti interrogatori datati duemilaotto, parlano del bell'indagato come del "postino del boss"; Vassallo conosce il sottosegretario fin dagli anni Ottanta, quando il piccolo Nicola si faceva le ossa (e si preparava spiritualmente al lavoro sporco)nel partito socialista italiano: era conosciuto nell'ambientino fine della camorra come "quello dei Bidognetti". Proprio un bel curriculum, ci si stupisce che il ragazzo non l'abbia scritto sul biglietto da visita! Ma i rapporti tra Cosentino e gli Schiavone sono ben saldi, non c'è da avere paura che il nostro si dimentichi degli amici...(continua, sintonizzatevi ancora!).

lunedì 27 ottobre 2008

Basso-lindo: The Ultimate Collection, ovvero la collezione di inefficienze continua.

La reazione d''o Governatore è ferma e decisa: per un pò continua a mandare treni speciali in terra teutonica e nel resto d'Italia (almeno in quelle regioni che ne accettano a peso d'oro una parte), apparendo teso ma convinto in televisione: In media stat virtus, ma bisognerebbe spiegargli che andare in tv a scaricare le responsabilità su altri e sulla sempiterna camorra è un gioco a perdere: anche l'afragolese ha le sue colpe, ha ballato sul cassero della tolda che affonda assieme a tutti gli altri debuttanti al gran ballo della monnezza. Intanto i sub-comandanti ai rifiuti si susseguono speranzosi (di ricavarne qualche spicciolo in più): calano in Campania e calano le braghe davanti al nemico, intascano i compensi con la faccia mesta, e vanno via scrollando il capo impotenti. Arriva perfino il Capo della Protezione Civile, Bertoldo Bertolaso, ma neanche la sua faccia da giovane marmotta in libera uscita convince troppo, ed anzi la gestione dei rifiuti in Campania non convince neanche lui, che nel duemilasette getta la spugna per terra, visto che di cassonetti vuoti neanche a parlarne. Poi ecco spuntare San De Gennaro, l'ex capo della Polizia: forse ai vertici avevano equivocato, pensavano fosse della pulizia, tanto per una vocale chi vuoi che se ne accorga? Mica sarà un dramma! E invece...il dramma continua, sembra di assistere ad una puntata di Uomini e Donne, speri che al peggio prima o poi mettano un freno, ma non avviene mai: il marito di Costanzo è implacabile, anche se forse sarebbe un ottimo commissario ai rifiuti, dato che di monnezza se ne intende, vedi Costantino e company. Comunque San De Gennaro non compie 'o miracolo e non scioglie il sangue dei napoletani, che continuano a produrre immondizia a ciclo continuo, che insolenti! Riprendono i viaggi della speranza a Cruccolandia (poi questa storia dei treni merci stracolmi verso la Germania, verso gli inceneritori, mi ricorda qualcosa...)
Nel mentre, nella ridente Campania Infelix si scatena l'inferno: vengono individuate delle cave dismesse a Chiaiano e a Pianura, beh, proprio una scelta oculata non c'è che dire. Seguono giorni di tensione, scontri, guerriglia urbana: in televisione e sul web scorrono immagini tremende, cariche cieche e furiose della polizia, pare di assistere ad un assedio medievale. Al di là degli spalti merlati, gli assediati gettano sulle forze del (dis)ordine cumuli di sacchetti incendiati, molotov riciclabili, e copertoni squarciati: manca solo l'olio bollente con patate marce al seguito ed avremmo il piatto tipico di Macdonald's, patanelle friate in salsa sanguigna (nel senso dei labbri spaccati). Dalla loro gli eroici paladini in tuta di kevlar e caschi in poliuretano, rispondono con inofensive manganellate sui vecchi nerboruti e sulle donne indiavolate, rese furenti dalle esalazioni di diossina! Il resto è cronaca dei nostri giorni: cade il governo Prodi, ritorna il Nano di Pece con il suo serraglio di bestie esotiche al seguito...Minacce neofasciste, grugno mussoliniano, pelata craxiana d'ordinanza con trapianto di pelo di marmotta canadese, il nostro è più in forma che mai. Militari in strada, siti presidiati e carcere per tutti, la ricetta del demagogo di Arcore è semplice, è un ritorno all'antico. Al fascismo, direte voi? No, all'antico, nel senso di Ancient Regime: sissignore, bentornata monarchia! Silvio comanda, Silvio ottiene: ma questa è un'altra storia, che purtroppo ci riguarda da vicino. State sintonizzati.

domenica 26 ottobre 2008

Basso-lindo Episode II: la vendetta dei Sit-In continua...

Siamo nel duemilauno quando si registra una crisi ulteriore, con risultati disastrosi sul piano igienico-sanitario: ormai sono più pulite le fogne che le strade di Napoli. Come dire, il malato è moribondo ma la situazione non è grave. Almeno a sentire Basso-lindo: "Sono fiducioso, credo nel piano rifiuti e ne verremo fuori". Ma l'Impregilo non può fare il miracolo, dato che le ecoballe non possono minimamente essere incenerite: migliaia di gabbiani volteggiano come avvoltoi sulle montagne di monnezza, nei dintorni di Napoli, tra la provincia partenopera e quella casertana. Che cacchio ci fanno i gabbiani a Caserta, non dovrebbero stare ad ingrassare vicino al mare, contendendo il cibo ai piccioni? I pennuti, veri e propri spazzini a becco, sono attratti dai rifiuti, ma quelli raccolti nei CDR dovrebbero essere puramente solidi, senza parti umide marcescibili ed imputridite. Ergo, che sta succedendo? Si scopre semplicemente che rispetto ai rifiuti in entrata nei centri di monnezzo-terapia, non vi è alcuna diminuzione di peso, non v'è perdita di materiale: le ecoballe sono monnezza incelofanata, pacchi di plastica imbottiti di poltiglia infernale, panzarotti alla diossina. Dentro c'è un mondo di gioia e meraviglia, direbbe il poeta: a metterci il naso ti fai un aereosol di mercurio, arsenico e vecchi merletti, cadmio e rame, oltre a scoprire che perfino le zoccole non ne sopportano il fetore. Ogni giorno a Napoli sorge una palazzina di monnezza per roditori dal palato fino, gli avanzi dell'uomo formano annualmente un villaggio valtour incancrenito e puzzolente, roba che solo la Ventura potrebbe concepire. Fino al duemilauno, i calcoli per difetto ci dicono che in Campania sono state accumulate oltre cinque milioni di ecoballe, o balle con l'eco. Nel senso che ormai anche i media se ne sono accorti e non soltanto in Italia: si organizzano monnez-tour europei se non addirittura mondiali. Il problema con le ecoballe e che purtroppo, essendo materiale solido e soprattutto tendente all'immobilità statica, c'è biosgno di spazio, molto spazio per accumularle. Visto che l'idea iniziale dell'afragolese doc era di realizzare tumo-valorizzatori in pochi giorni (nei progetti iniziali si parlava di circa trecento giorni), sembrò cosa buona e giusta accatastare le balle vicino ai futuri impianti d'incenerimento, per risparmiare almeno sul trasporto del domopack diossinocompatibile. Il mercato dei terreni nelle immediate adiacenze degli impianti schizzò schizzato alle stelle: società non meglio identificate, in molti casi la stessa Impregilo d'idocarburi romitici, acquistarono terreni agricoli a prezzi cinque volte superiori al prezzo di mercato. Altro scandalo fatto in casa, prodotto direttamente dal commissario Bassolinettoni fu la gestione dei lavoratori socialmente utili, i famigerati LSU, sigla tremebonda, nuclei proletari armati di ramazza che però, come vedremo, usarono ben poco negli anni dell'emergenza campana. Ne furono assunti quasi duemilatrecento, ma il loro utilizzo restò un sogno amletico, il fantasma di Bassolino si disperò nell'eterna notte Napoletana, ma a poco servì il sinistro suono delle catene, per scuotere le coscienze dei netturbini ausiliari. Un pasticciaccio brutto di sprechi, clientelismo, abuso d'ufficio e condizionamenti socio-economici: insomma il solito guazzabuglio italiano, ancora una volta in salsa meridionale. Il Bell'Antonio avrebbe perciò permesso alla Fibe de oro di stoccare semplicemente le balle di rifiuti, senza bruciarle: un profitto senza perdita alcuna per la Fibe del buon Romiti, che risparmiò su quei costi che per contratto avrebbe dovuto sopportare. I pm, nell'inchiesta contro 'o Governatore, parlano di comportamenti stravaganti del nostro eroe,raccomandazioni per assunzioni, condotte specifiche, volte a dissimulare le colpe di quelle imprese che l'emergenza dovevano risolvere, e che invece contribuirono ad aggravare. Dalle carte processuali si evince che Basso-lindo manco li leggeva i contratti dell'Impregilo! Che uomo singolare il governatore, apparve sulla scena come il nuovo Messia di un Rinascimento possibile, un Lorenzo de' Medici di Afragola, ed è finito crocifisso come Gesù Cristo alle sue responsabilità omissive (o commissive, ma il processo è acora alle battute iniziali): insomma, Napoli è sopravvissuta al sacco di Lauro degli anni cinquanta, ma è finita sommersa dal sacchetto nero di Basso-lindo. (Continua...)

sabato 25 ottobre 2008

Pensiero estemporaneo numero I:

Ciò che fa paura, comunque, inevitabilmente affascina. Ecco allora che la mia amata Napoli, l'ellenica Neapolis di classica memoria, esercita sul popolo tutto un mostero di vita, fascinoso di morte. Mi chiedo stupito: dov'è mai stato scritto che questo secolare spettacolo, questa natura inestricabile, debba necessariamente essere la nostra testa di Gorgone? Perchè una volta posato lo sguardo sulla Sirena dormiente, ci si debba pietrificare, rimanere di sasso, raggelato il sangue?
Senza uno specchio, un filtro, una spada di Perseo a farci da scudo, a proteggerci la vista? Lontano s'erge il Monte silente, a cullarci nei sogni infranti di una verginità perduta: lo Sterminatore è l'incarnazione del nostro spirito illividito e furente, la nostra vera anima. Dentro le vene del nostro popolo c'è un Vesuvio liquido, un torrente lavico e sulfureo inarrestabile: e se un giorno questa carica vitale ed infera si liberasse d'un tratto, partorendo un ciclope tonante di piriche polveri scintillanti? Se, il Monte rumoreggia, maestoso?
Temo, e sincero è il mio animo, il giorno in cui il grido di questa terra offesa coprirà il suono della spuma e delle onde ruggenti. Che da secoli si infrangono sugli scogli di una indifferenza colpevole.

venerdì 24 ottobre 2008

Basso-lindo episode II: la vendetta dei Sit-In

Dove eravamo rimasti? Ah, già alle mirabolanti avventure del Cavaliere B. e del suo fedele scudiero Basso-panza (nel senso dei sommovimenti gastroenterici che provoca la sua sola presenza mediatica). Tornando sui nostri passi seguiamo le briciole, ma più che altro i sacchetti, che ci riporteranno sulla via di casa, o meglio su quella del camposanto. Continua il valzer dei commissari alla monnezza: siamo nel novantototto, adesso tocca a Rastrelli, forse il nome promette bene, si dicono a Roma, magari è la volta buona che qualcuno le rastrella davvero le montagne di rifiuti dalle vie ingolfate e maleodoranti. Il prossimo passo è il pifferaio magico, quello di Hamelin, il crucco in calzamaglia che affogò i topi nel Reno al suono del piffero: solo che il piffero a noi Napoletani lo vogliono far suonare al contrario, soffiando con l'altro sfiatatoio naturale di cui il Pateterno ci ha provvidenzialmente fornito. Comunque miei piccoli bambini, il pifferaio non fece il miracolo, lo licenziarono in tronco e non gli riconobbero neanche la liquidazione, dato che stiamo a Napoli e per certe cose ci teniamo ancora. E' una questione di principio. Il vecchio leone missino mi sa che si dimise, ed ecco che a Rastrelli subentra don Antonio nostro: confermerà l'intenzione di affidare l'intero ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania alla Fibe-Impregilo di Cesare Romiti e figlioletti adorati. Piccola parentesi su Romiti. Fedele al motto date a Cesare quel che è di Cesare, Romiti fa man bassa: condannato a undici mesi e dieci giorni di reclusione per irregolarità relative al periodo in cui ricopriva la carica di amministratore delegato del gruppo Fiat, consigliere in RCS Mediagroup e appunto, nell'Impregilo, il buon Cesare, detto il volto sereno del capitalismo, è ancora sulla cresta dell'onda, non riuscendo ad andare a fondo nonostante tutto l'impegno profuso, da parte sua e dei magistrati. Chiusa parentesi. Ricapitolando, la Fibe si aggiudica l'appalto, promettendo mari e monti, forse il piatto preferito del Bell'Antonio. Detta inter nos, il progetto fa acqua da tutte le parti ed i risultati si sono visti in questi anni: l'Impregilo-per-il-culo si impegna a realizzare gli inceneritori termo-tumorali in tempi rapidi e con spese oltremodo contenute, forse ritenendo possibile assecondare il progetto dell'ingegner Cazzecane, che intendeva ammortizzare i costi dell'impianto utilizzando una fornitura cinese contraffatta di mattoncini Lego. Figurarsi che l'impianto Lego di Acerra avrebbe dovuto vedere la luce entro il trentuno dicembre del duemila...Buon Anno! In tutto questo periodo la Fibe de Oro (nel senso che le ecoballe accatastate ed inservibili valevano oro)realizza impianti di CDR non a norma, un bel mausoleo a cielo aperto, una pantagruelica mensa per zoccole e gabbiani, tonnellate di ecoballe che non girano ma se ne stanno ben ferme ad imputridire sotto il sole. E che non possono assolutamente esser valorizzate (leggi appicciate): primo, perchè di inceneritori funzionanti non c'è neanche l'ombra; secondo, perchè le balle sono tutto fuorchè eco: bruciarle sarebbe una follia, non diversa da quella camorristica, anche se i malpensanti potrebbero vedere una certa analogia tra i piani industriali di smaltimento della Fibe, e la strategia socio-economica ed imprenditoriale dei Casalesi. Intanto le balle si sommavano alle balle, e come detto giravano a tutti, tranne che a uno: eh, direte voi, che fine ha fatto il nostro eroe delle periferie e delle perifrastiche? Che fa il nostro, che nel frattempo è diventato 'o Governatore d' 'a Campania, dorme? Non s'avvede che già s'arroventa il palo acuminato per inc..hiodarlo alle sue responsabilità? Sonnecchia il Bell'Antonio, dato che l'emergenza rifiuti in termini economici rende, e pure assai. La mancanza di alternative apre nuovi scenari agli occhi e agli appetiti di pescecani senza scrupoli e barracuda in doppiopetto: quando la selvaggina abbonda, politica e malaffare si siedono allo stesso desco per banchettare. La crisi dell'immondizia è figlia di un malcostume reiterato e secolare, l'intrallazzo gozzovigliante tra politici dall'anima nera e camorristi dai colletti bianchi: un andazzo che ci ha portato sull'orlo del baratro, anzi che ce l'ha fatto superare con un balzo, ormai siamo in fondo al pozzo e continuiamo a scavare con le unghie ormai consunte e sanguinanti. (Continua...)

martedì 21 ottobre 2008

Basso-lindo: ovvero come uscire lindi e pinti dalla catastrofe rifiuti.

Ecco giungere la sera dalla mani felpate, inguainate nelle ombre della notte...l'eterna notte napletana...
Come primo argomento di conversazione, come prima leccornia, boccone prezioso, perchè non spendere due righe sulla figura immarcescibile del nostro benemerito Governatore della Campania, il nostro eterno ed etereo (almeno al momento, pare essersi mediaticamente, o forse medianicamente, eclissato) Signor B.? Chi ne ode più il balbettante cicaleccio? Dove mai s'aggira la sua neozazzera nero-peciuta? Ma la lettera scarlatta, quella B tonante, che atterrisce i pargoli nelle notti senza luna è forse la sola ad arrecare disturbo agli onesti(sì, ce ne sono ancora, anche se sfatti e sparuti, sparpagliati e senza guida) cittadini dell' Urbe Partenopea? Non è forse conseguenziale richiamare alla memoria la brevilinea figura di Nanoleone da Arcore, al secolo il signor P, oh pardon, B2? E già, perchè pare che tra i due celebri e sereni inquisiti sia scoppiata la pax romana(nel senso di saluto, visti gli andazzi simil-mussoliniani del nostro Unto, o meglio Untore del Signore): ricordiamo, solo per pignoleria, che Berlusconi è stato ed è ancora imputato in una quindicina di procedimenti penali, di cui cinque ancora in corso(corruzione Saccà, corruzione senatori, corruzione giudiziaria Mills, fondi neri Mediaset, Telecinco in Spagna)e dieci già conclusi, più una quantità sfusa di indagini a suo carico archiviate (sempre perchè sono un maledetto pedante col demone della pignoleria, sono sei per mafia e riciclaggio, due per le stragi mafiose di Falcone e Borsellino). Bassolino non è ancora giunto alle vette inusitate del Berlusca, ma il nostro afragolese of biutiful cauntri ce la sta maettendo davvero tutta, diamogliene atto: nel duemilasette la Procura Napoletana ne chiede il rinvio a giudizio per reati vari (frode in pubbliche forniture, truffa ai danni dello Stato, abuso di ufficio, falso e reati ambientali vari et assortiti) per il periodo in cui il Bell'Antonio era commissario all'emergenza rifiuti (2000-2004), rinvio che i pm della procura della repubblica ottengono nel febbraio del duemilaotto. I due pubblici ministeri Noviello e Sirleo, titolari dell'inchiesta, hanno fatto notare ai giudici che l'emrgenza rifiuti era e resta la classica gallina dalle uova d'oro. E chi le covava queste uova? Ma il nostro Basso-lindo, of course! Ma non era l'unico, beninteso: a far parte della cricca dei Bassolinotti erano un pò tutti, politici, imprenditori, mafie e camorre a go-go. Come si dice, tracce di istituzioni nella camorra, il primo caso di infiltrazione di Stato, fossi nei Casalesi chiederei giustizia alla magistratura. L'emergenza rifiuti quest'anno festeggia quattordici anni, ancora un pò e dovremo comprare il motorino alla nostra creatura! Convenzionalmente infatti, si dà per buona la data dell'undici febbraio del novantaquattro: anno Domini II dell'era Basso-lindo, visto che 'o Sindaco era stato eletto plebiscitariamente l'anno prima. Antoniuccio nostro e 'a munnezza pare che abbiano percorso i primi anni gomito a gomito: lo stesso treno per due, poi l'afragolese incagliato nel su lessico tormentato e poco familiare è sceso alle stazioni giuste, muovendo sapientemente le leve del potere; la monnezza invece è stata sbaraccata dal convoglio perchè senza titolo di viaggio, continuando ad ingrossare i ratti ai crocicchi delle vie, checchè ne dica San Silvio Trapiantato da Arcore. Il tappo di champagne sfiatato e senza bollicine vuole passare per salvatore della patria napoletana? Bene, allora invece di calare con il suo carrozzone tutti i santissimi mesi, spesso a cadenza settimanale (solitamente il mercoledì delle Ceneri, per rimanere in ambito ecumenico)perchè non imbarca sul suo bell'elicotterino qualche tonnellata di ecoballe alla settimana? Spazio a casa ce n'è: almeno quel catafalco napoleonico che s'è costruito per ospitare le sue stanche ossa pregiudicate avrebbe un senso. Tanto sempre d'immondizia parliamo. (Continua...)