sabato 25 ottobre 2008

Pensiero estemporaneo numero I:

Ciò che fa paura, comunque, inevitabilmente affascina. Ecco allora che la mia amata Napoli, l'ellenica Neapolis di classica memoria, esercita sul popolo tutto un mostero di vita, fascinoso di morte. Mi chiedo stupito: dov'è mai stato scritto che questo secolare spettacolo, questa natura inestricabile, debba necessariamente essere la nostra testa di Gorgone? Perchè una volta posato lo sguardo sulla Sirena dormiente, ci si debba pietrificare, rimanere di sasso, raggelato il sangue?
Senza uno specchio, un filtro, una spada di Perseo a farci da scudo, a proteggerci la vista? Lontano s'erge il Monte silente, a cullarci nei sogni infranti di una verginità perduta: lo Sterminatore è l'incarnazione del nostro spirito illividito e furente, la nostra vera anima. Dentro le vene del nostro popolo c'è un Vesuvio liquido, un torrente lavico e sulfureo inarrestabile: e se un giorno questa carica vitale ed infera si liberasse d'un tratto, partorendo un ciclope tonante di piriche polveri scintillanti? Se, il Monte rumoreggia, maestoso?
Temo, e sincero è il mio animo, il giorno in cui il grido di questa terra offesa coprirà il suono della spuma e delle onde ruggenti. Che da secoli si infrangono sugli scogli di una indifferenza colpevole.

Nessun commento: