martedì 18 novembre 2008

C'era una volta...

Cari bambini, vi racconto una storia.
C'era una volta, tanto tempo fa, in un Regno Incantato che si chiamava Il Belpaese dei Bacucchi, un Re non tanto alto, non tanto bello, ma tanto, tanto ricco, e con un buffo ciuffetto di marmotta sul capo. Anzi no, al piccolo Re non piaceva la mormotta trovandola troppo plebea, quindi diciamo che il tappetino del mouse che aveva in testa era di vigogna. Comunque il nostro Re, che si chiamava Berluschino, era così ricco, ma così ricco, che Zio Paperone una volta saputolo si affogò tra le monete d'oro del suo deposito. "Un ultimo tuffo nell'oblio" si disse il vecchiardo piumato, strozzandosi con la sua Numero 1, la moneta della fortuna. Ora direte voi, ma il Belpaese era così bello come si favoleggiava? Ovviamente no, piccoli bambini in crisi d'astinenza, anche Re Berluschino aveva i suoi grattacapi (che lui non si grattava, per carità, c'era il rischio di strapparsi il toupet di vigogna panteganata): c'era nel paese una brutta fattucchiera con un neo peloso sul faccione da pera cotta, Veltrunia delle Piattole Destabilizzate (per abbreviare PD), gruppo di maghi e ciarlatani che si insultavano tra loro da mane a sera, discutendo per ore, giorni, mesi su chi avesse la pozione giusta per fregare tutti gli abitanti del paese degli Ita-beoti. La vecchia Veltrunia era una morgana malvagia e potente, fissata con le arti delle ombre: faceva tutto con le ombre, simbolo oscuro del suo potere d'opposizione (ombra, ovviamente) al Re Berluschino che, poveretto, cercava in tutti i modi di rallegrare il suo popolo bue, con frizzi (Fabrizio), (pa)lazzi e parodi(Cristina).Il ci-à-mbell-ano Tremontolo, un nanetto con la erre moscia (ma non soltanto quella) che aveva un debole per il taglio senza cucito, fissato coi conti e la finanza cretina, un bel dì disse al suo Re: "Rrre...qua le cose vanno male...Emilius Fedele, il centaurrro metà uomo, metà lingua, mi ha rrriferito che la tua popolarrrità, mio sovrrrano, sta calando come lo scrrroto di un vecchio palla moscia ottuagenarrrio! Dobbiamo corrrerrrerrerrer...scusa mi sono incantato, dobbiamo cor...insomma dobbiamo farrre qualcosa!" Re Berluschino che in quel momento stava palpeggiando il sedere della Bella Carfagnata nel Bosco disse: "Cribbio! Non sia mai che il mio popolo non mi adori più come prima, Tremontolo! Dobbiamo cambiare popolo, che ne dici dei Finlandesi? Quelli sono dei bastoncini findus congelati, mi adoreranno!" "No, Sirrre, non è una buona idea...tu lì non possiedi Televisioni onirrriche con cui rrrincitrullire la gente, non possiamo vincerrre!" "Chiederò al mipo specchio magico", disse Re Berluschino, "Bondi, Bondi delle mie brame, chi è il più alto del Reame?" E Bondi rispose: "Sei tu l'altissimo, il gigante, la giraffa, il fusto, il magnifico..." "Ok, Bondi basta così, grazie...e la prossima volta evita di mettereci tuta questa saliva che sennò scivolo. Comunque, mio fido consigliere, cosa dice il popolo di me?". "Sire, vuoi la verità...o la "Verità", cioè quella vera?" "Bondi, Bondi delle mie brame, prima che ti rompa quella testina pelata, dimmi la Verità!". "Ma la verità ti fa male lo so..." "Lo so che ho sbagliato una volta, ma non sbaglio più...". "La verità ti fa mal..." Bondi! Cribbio, basta! Dimmi tutto!" E il fido Bondi parlò: "Divino, Altissimo, Eminentissimo...nelle strade dicono che non ce la fanno più, sono depressi, avviliti, che non arrivano alla fine del mese, poveri ed incarogniti..." "Aumentate la dose di fighe, tette e culi!" "Sire, il popolo non vuole più tette e strappone...non arrivano a finire il mese!" "Allora accorciamo i mesi, tagliamo anche quelli!" Al che Tremontolo: "Maestà, il fatto è che il Belpaese va a puttane, allorrra io prrropongo di tassarrre le puttane, porrrca puttana!" "No Tremontolo, questo non posso farlo, da giovane anch'io sono stato un po' bagascia, è una questione sentimentale...piuttosto chaimate il prode cavalier Vespana, il guerriero vellutato dalla lingua felpata, che mi aiuti lui a riconquistare il Regno perduto!" E venne il fiero Vespana ronzando leggiadro: "Dimmi mio Re, cosa mai posso fare per te? Bzzz!" "Prode Vespana, vola di Porta a Porta, chiama a raccolta i miei fidi Pinocchidi, la mia guardia personale, sguinzagliali contro la malefica Veltrunia e i suoi amici maghi!Vai, e non tornare a mani vuote sennò il pungiglione te lo ficco dove tu ben sai!" " Certo mio Re, farò quel che mi chiedi, lo faccio per te, a costo di andar pure a piedi!". E volò via ronzando e sputacchiando. Intanto maga Veltrunia, non sapendo come fare per opporsi senza opporsi troppo al Re Berluschino, chiese aiuto ad un simpatico dispettoso elfo, il famoso folletto Di Pietra, che viveva sulle montagne delle Marche da Bollo. "Caro folletto Di Pietra, aiutami tu. Che devo fare per non prenderlo in...saccoccia?" "Ma che c'azzecca", rispose quello, "qua il problema è che il Re ti fa fesso a te! Berluschino magna e s'ingrassa e tu invece stai a pagar dazio, anzi tassa! Facciamo alleanza, così a mangiar non sarà solo lui, anche noi c'ingrasserem la panza!" (continua...)

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