O Roma o Orte!
Piano. Che la sciassa è in primo piano, la fascia pure, e lui "scassa",
rappezza e buca e poi al vecchio Penna sul Colle, su al Qui rinale, chi
lo sente? Giggino stay hungry, stay foolish, not choosy, e nemmanco
stay at home, che lui d'esser schizzinoso a ritrosia davanti al focus di
telecamera nemmanco ci pensa, giammai abdicherebbe lo scettro
imbandanato. La rivoluzione non è pranzo di gala, è risaputo, che
s'apparecchi ordunque il tavolo, tres charmant, ed il Consiglio abbia
inizio!
Da Partenope ribelli scossi e muscolari, i consiglieri
(circa trenta) giunsero a testuggine, passando per Testaccio, finendo
in piazza (non di spaccio, pur smerciando a favor di media il loro credo
anti-montiano), ed il consesso ad enclave è in seduta semi-plenaria, di
certo en plein air, col Pasquino a Roma e le pasquinate napoletane a
far da contorno. Fidato di stola ermellino arancionè, il
vice-ammiraglio, l'Hermano Menor, il Volontario Claudio, segue da presso
l'ordito del Grande Fratello, lo scampanio lontano, lo scalpitio
sommesso: via, che il barnum pianti le tende anche a Roma, "Bufala
Giggin" è pronto in resta, in sella al destriero cocozza, sparacchiando
contro il Monti Dracula che svena i Comuni, dissesta le casse, impaletta
(per tacer del resto) i Sindaci, manco fosse banchiere del sangue, come
Avis, "e se avisse fatt' a nate chelle ch' 'e fatto a Giggino??", come
potrebbe il Rivoluzionario della Domenica (a piedi, sul
Lungomarelibbbbberato) tollerare tutto questo, al minimo il
pre-dissesto?
Come potrebbe spendere il nome, spandere i panni,
lavarli nel golfo e metterli in fila sul boma della prossima America's
Cup, come vessilli a stelle e strisce, se il crudele Monti Python, dopo
aver sconfitto quello di pria, "Er Riporter", non mollasse la cassa,
almeno in parte-nopea, cazziando la banda, o la randa, di quelli giunti a
protesta, arancioni nel pedigree, dopo sosta all'autogrill, napoletani
fino al midollo, al minollo, sempre alla ricerca del Massimo (Troisi?),
col minimo sfarzo?
Già come farebbe il nostro Sceriffo di
Nottinghill, ad organizzare il suo caranevale continuo, il suo capodanno
liberato, il circo equestre a favor di telecamera, senza un decreto ad
hoc, un "salva-Napoli-e-poi-muori", magari benedetto dal decrepito sul
Colle, la Penna canuta che dal monito tutto osserva?
Ma è qui
la festa, ora e così sia: il bamboccione stolido sorride dal desco, la
ghirlanda tricolore è ben appuntata, il cartello è a protesta, il
carrello lo insegue, il suo ego ne fa le spese ed il conto è a nome
Napoli: Pullecenella ha cambiato casacca, l'appendice nasesca,
priapesca, è ribattuta a botte, pare cocozza schizzata, col sorriso a
sbrego per un ballo di sfessania declinatosi a farsa. Forse, perchè
d'Halloween siam tutti presi, è decreto o scherzetto?, col piccolo
sindaco tricoricciutto che bussa alla porta, reclama il dolcetto,
nessuno gli apre, o forse non s'ode, troppo alto è il "boom" dei vespri a
Trinacria, perchè Giorgio lo intenda.
Sarà per la prossima
volta, la prossima festa, aspettando che cambi l'aria, che cadan le nevi
dai Monti. O magari che il Napoletano emigrato sul Colle cambi le pile
all'apparecchietto acustico. Si torna a Napoli con tutto il cuccuzzaro.
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