mercoledì 17 ottobre 2012

Bagnoli Futura, ovvero futuro remoto.



 
 
 
 
 
 
  "Si scioglie il sangue di Sangennoir, ma non Bagnoli Futura".

Questo è l'incipit perfetto per l'atto di Giunta Cocozza, che per bocca del suo Schettino in alamari e babbucce cremisi, il Sindaque du role nonchè Maire che non bagna Napoli, ha blindato il futuro poco anteriore di Bagnoli, del suo patrimonio post-archeo-industriale, e della società in perdita ed in bilico, Bagnoli Futura, portando in Consiglio Comunale (quello monotematico sull'assegnazione degli immobili comunali e sul futuro della "B.F.") la voce dell'incoscienza, o della resipiscenza, trasmutandola in delibera per evitare lo scioglimento della società, puntando alla sua ricapitalizzazione.


Giggino Murat incontra i gruppi di Federazione della Sinistra in una stanzetta fredda e al dis-gelo, durante una pausa dei lavori consiliari, incassando l'appoggio da parte del Capogruppo (alla faccia della trasparenza istituzionale; ieri l'altro IDV aveva fatto la medesima cosa garantendo il suo "sì"), poi riapre il dibattito nel consesso, bellamente dichiarando: "Sono per il superamento della società, abbiamo votato un atto di transizione, altra cosa è la nuova idea sul futuro di Bagnoli che esporrò il 25 quando è previsto un Consiglio ad hoc".


Hic et nunc, perchè illo tempore, il Pinocchietto in bandana ripeteva come un refrain a cantilena che la Bagnoli Futura S.P.A. doveva esser liquidata dopo aver appianato i debiti accumulati in dieci anni e più di mala-gestione fallimentare: una ripatrimonializzazione del leviatano (un anno orsono) era fuori discussione, per il Maire: il conferimento in patrimonio di tutto quello che la S.T.U. (Società Trasformazione Urbana) ha fatto fino a oggi, del valore di diverse decine di milioni (Porta del parco, Turtle Point, etc.), questo per dare respiro alle collassanti casse della B.F. ed evitarne il sacrosanto fallimento, stante l'inconcludenza decennale, appannaggio delle solite cricchette clientelari e del falansterio politicante et affine.


La società è gravata da 330 milioni di debito, bruscolini agli occhi di De Magistris, tanto che il nostro va dritto e sicuro per la sua strada, dopo aver imbroccato controsensi e sparigliato tutte le ztl del buonsenso politico, civico e razionale:

"Opere da restituire all’atto di estinzione della società stessa, è tutto ancora sul tavolo". Il campo è da restingere ancora, del resto la fantasia non manca quando scopiazzi e ti re-inventi il "Lungomare Scassa-Napoli, Libbberato", quindi a breve si torna in aula per giocare ancora con le tre carte ed il bancariello arancio della rivoluzione domenicale in bandana e calzoni corti.

La società non sarà più "omnibus", ovvero con poteri di operare su tutta la città di Pullecenella, ma solo dentro Bagnoli. Questo l’atto approvato, nella seduta appena conclusa, col Consiglio a votare a maggioranza, con Federazione, Napoli è Tua, Italia dei Valori, PD, UDC e con gli astenuti dell'opposizione, sempre molto blanda ed accondiscendente col reuccio di Saint James Palace Hotel.


Unica nota stonata per Giggino nostro, il voto assolutamente contrario di Ricostruzione Democratica, con Iannello, Esposito e la Molisso, a votar contro la delibera, chiedendo invece, ad a gran voce, che fosse messa all'ordine del giorno la liquidazione della società, con "l' immediata convocazione di una assemblea degli azionisti, con all’ordine del giorno la verifica della messa in liquidazione della società Bagnoli Futura S.p.a. e la nomina di un liquidatore che verifichi la percorribilità di ogni procedura volta al ripianamento dei debiti anche attraverso le procedure concordatarie vigenti".


Unica voce contraria nel coro e tra i peana delle forze politiche in Consiglio: alto e fiero il coretto gregoriano nel vellicare le derive d'un esarca gran "bluffone" che stracciò i patti elettorali con la sua cittadinanza come fossero veline e pezze arlecchino per la Piedigrotta che fu.

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