LETTERA DI DIMISSIONI di LUIGI DE MAGISTRIS, EX SINDACO DI NAPOLI (e CONTADO LIMITROFO).
Cari concittadini, care concittadine,
è giunto per me, uomo, politico e sindaco della nostra amata Napoli, il
momento d'un bilancio sulla mia opera amministrativa ad un anno e
cinque mesi dalla mia elezione.
Ho compiuto questo passo spinto
dall'amore infinito per la mia città, la bella Partenope, che sognavo
rivoluzionaria, con mille e mille bandane arancio a sventolare, dalla
misura "small" per le capuzzelle dei bambini a quelle "extralarge" e
contenitive per i rivoluzionari del tempo che fu.
Purtroppo tutto
questo non si è realizzato, ne siamo ben consci; e forse questo in parte
(ma solo in minima parte) per responsabilità mia, perchè è un dato di
fatto che i poteri forti delle forze contro-rivoluzionarie, il governo
plutocratico dei banchieri, la spending review, i retaggi bassoliniani,
le caste, gli oligarchi, gli esarchi, gli aristo-terroristi, i riti
voodù e le previsioni maya, abbiano cospirato contro la mia, la nostra
rivoluzione, fatta d'amore ed inventiva, abbraccio fraterno, con la
famiglia al primo posto (anche io diedi subito il buon esempio portando a
San Giacomo mio fratello Claudio, per gli amici "Il Volontario"), poco
denaro investito con intelligenza e scaltrezza, una pletora di
efficienti staffisti, ordinanze sindacali estemporanee e geniali, ztl
come se piovesse, etc etc.
Non voglio aggiungere ai miei
personali risultati, i traguardi raggiunti sul piano internazionale e
sportivo, per esempio con lo Stadio del tennis (ricordo tutte quelle
palline gialle scaraventate a mare, piccole boe spugnose a galleggiare
nel golfo liberato) o l'America's Cup, che ci ha portato a spendere
svariati milioni d'euro per un evento diviso in due tappe e che è stato
seguito da non moltissime persone, il mio personale "Lungomare
Liberato", idea geniale che mi ha suggerito Claudio dopo esser stato un
week-end a Barcellona ed aver visto le "ramblas", atto assolutamemte
politico e fatto d'imperio, senza consultarmi coi cittadini e
nessuno....un grande successo, perchè il successo è personale, mentre i
fallimenti son di tutti.
E a proposito di fallimenti, è con
estrema amarezza che ricordo il tradimento di molti miei compagni di
viaggio, che iniziarono questa rivoluzione ormai un anno e mezzo orsono,
e poi mi voltaron la faccia, colpendo il mio progetto, il sogno
liberatore, alle spalle: persone negative, che "gufavano" come
ciucciuettole la mia azione innovatrice, aizzando le forze
contro-rivoluzionarie della vandea partenopea; e non posso qui fare a
meno di citare gli ex assessori Realfonzo e Narducci, oppure il top
manager Raphael Rossi, che ho dovuto rimuovere immantinente (scoprii che
volevano assumere il loro ruolo con piena autonomia di giudizio e
libertà d'azione, cosa impensabile, perchè la rivoluzione è un vento che
soffia una volta sola e soffia dall'alto verso il basso: mica possiamo
soffiare tutti quanti? Che poi la rivoluzione si abboffa...). A
malincuore ho dovuto fare a meno della loro preziosa opera di
collaborazione, ma tant'è.
Da più parti mi si accusa di non
aver mantenuto fede alle promesse, di non aver rispettato i patti con
l'elettorato che mi ha votato: cosa assolutamente non veritiera, avevo
promesso di non far rimpiangere il passato, e infatti adesso la
cittadinanza piange per me, per la mia rivoluzione, è disperata proprio
da quando abbiamo segnato il corso, gli eventi e la storia. Perchè la
storia è una striscia arancio tesa verso l'infinito....e che non si
ferma a Piazza Garibaldi, quella è la pista inciclabile, nostro
sperimentale ed internazionale brevetto, basta pittare l'asfalto e i
basoli, aggiungere due segni a terra da tribù metropolitana e si può
ciclo-movimentare pure la Luna! (ed in effetti le buche di Napoli
ricordano un po' il percorso lunare).
Rispettare i patti,
dicevo. Ebbene, io l'ho fatto, avevo promesso agli imprenditori della
città che avrei appoggiato i loro progetti, a Napoli Est la Mennella e
D'Amato hanno la strada spianata, su Bagnoli...su Bagnoli dobbiamo
ancora capirci qualcosa, ma intanto ricapitalizziamo la società decotta e
poi si vedrà, qualche imprenditore per edificare nuove aree e nuovi
spazi sulla mancata bonifica lo troviamo sempre, no? Ergo, i miei patti
io li ho rispettati , perchè non bisogna aver paura dell'imprenditoria
privata, specialmente quando ha a cuore il bene della città, come
Alfredo Romeo e la sua Insula che ancora non c'è, cui il Comune ha
affidato la dismissione degli immobili di edilizia popolare e
residenziale e pubblica e che sta facendo un ottimo servizio, di cui
noi, in Comune, ben poco sappiamo: ci basta sapere che non ci trascina
in tribunale per i costi di concessione, perchè noi, che conosciamo al
legge, sappiamo quanto è burocratica e quante lungaggini ci sono
dietro....
Ed è per questo motivo che evitiamo di fare gare di
affidamento di appalti con evidenza pubblica, perchè "spacchettare"
conviene, lavorano più ditte, più aziende, ed è più semplice movimentare
il tutto, e son tutti più felici e rivoluzionari. Nessuno mi ha
insegnato a fare il politico, nè ad amminsitrare, ed i risultati son
sotto gli occhi della collettività: ho segnato un nuovo modo di
governare, la città di Napoli è meglio amministrata, ho snellito le
procedure, decido tutto io, e così sia.
La democrazia
rivoluzionaria è per l'efficienza, non per le chiacchiere, quelle le
riserviamo per la comunicazione via social- media, via twitter e
facebook, ed in questo i miei staffisti sono encomiabili.
Avrei voluto che il mio sogno si avverasse, ma la dichiarazione
ufficiosa di dissesto, per i debiti insostenibili del Comune di Napoli,
mi ha colto davvero di sorpresa, e comunque è tutta colpa delle
precedenti gestioni affaristiche e clientelari, ed il colpo finale ci è
giunto dal Governo dei banchieri, dei Monti e delle Fornero, dei Passera
e dei Clini...e mai noi sarem clini al Potere Capitalista, mai
piegheremo la schiena davanti alle oligarchie, a meno che
quell'oligarchia non sia composta da noi medesimi!
Ho dovuto
lasciare perchè il complotto delle forze frondiste era giunto a livelli
inusitati, non mi si permetteva nemmanco più di organizzare la "Sagra
dello Strutto" sul Lungomare Libbberato, perchè la rivoluzione deve pur
mangiare, e mangiar bene...complotti continui, tanto che ho dovuto
lasciare lo scettro, la poltrona e la stola d'ermellino arancio,
concentrandomi sul nuovo contenitore arancione da sviluppare sul piano
nazionale, il nuovo "Movimento dei Movimenti che si Muovono" , perchè
chi si ferma è perduto e chi va non va Roma perde la poltrona (me l'ha
detto Claudio)....
Dunque mi congedo da voi sudd.....eh, da voi
concittadini, con l'amarezza ed il cuore asciutto di chi comunque ha
dato tutto, sperando di prendere altrettanto, per la causa
rivoluzionaria.
Viva la Rivoluzione, Viva il Lungomare! Hasta la Galleria dela Victoria siempre!
FIRMATO:
LUIGI DE MAGISTRIS, EX SINDACO DI NAPOLI (e futuro Presidente del Consiglio).
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