venerdì 28 dicembre 2012

TELE CAMURRIA






















  


"Ogni società ha i criminali che si merita" (Alexandre Lacassagne).

Telecamurria, per historia patria di banconote pallottole e dominio tribale, posizioni e rendite, mistura sempreverde quando di criminalità organizzata trattasi; e la terra infelix all'ombra vesuviana è coltura per bacilli resistenti e proteiformi, in Campania è da qualche lustro che han piantato vessilli ed antenne le cricche ormertose della medialità virale, risilienza muscolare per etere criminogeno a profitto para-imprenditoriale.
Terza Regione del Belpaese per numero di licenze, in cui nidificano ben 77 tv locali e 165 radio a media frequenza, la Campania ha subito l'assalto fenomenico e neoliberista di melodie a suon di kalashnikov e guapparia, "onore" e malavita, per noumenon sostanziale ad alto frequenziale malavitoso.

Dal boss che si iscrive alla Siae come autore, all’editore in diretta società con la zuppa del Casalese, al capoclan o al suo prestanome utile alla gestione della tv e del canale via etere: la Regione trasmette  questo e molto altro ancora, le trasmissioni radio e tv sono utilizzate per inviare messaggi agli affiliati, attraverso onde anomale sparate nell'aere come fossero proiettili, potenze fuori scala o su frequenza abusive, rubate allo Stato; un danno per la collettività stimato in almeno 500 milioni di euro, tendente al rialzo. Antenne trasmutate in sciabole puntute per fendere l'etere al ritmo di neomelodie metropolitane pronte a minacciare, intimidire, sfruttando il canale della pubblicità per giustificare il racket delle estorsioni, con cantanti pedine ed alfieri sul proscenio, per scambi cifrati di codici ed enigmi a "parlesia", per scacco matto al boss di turno.

Minime realtà, di vicolo e quartiere, divenute gruppi editoriali di caratura regionale: in ballo ci sono contributi pubblici per circa 12 milioni di euro annui, migliaia di spot, soprattutto elettorali, utilizzati per ottenere protezioni politiche, per allagare il refluo bacino di scambio per voti ed appalti, affari a tinte fosche; il controllo dell’informazione e la gestione dei posti di lavoro dell’indotto sono fetta complementare alle attività dei clan, cui si aggiunge direttamente la milizia neomelodica, con la fureria a rimorchio dei sedicenti maghi e taroccatori professionisti a complemento. Un’illegalità diffusa e tollerata, un sottobosco che sopravvive indenne, nonostante esposti, denunce, ed inchieste della magistratura: realtà proteiforme e fruttuosa, afferente alla parcellizzazione delle cosche napoletane e della provincia, un barnum a compagnia risalente ai primi anni '90, sempre in chiave neo-melodica.

Una chiave pseudo- musicale diventata poi colonna sonora di strati sociali dell’intero Mezzogiorno, genere che valica i confini rionali, divenendo traccia distonica, sottofondo per  "gruppi di fuoco" dei clan, coi guaglioni caricati a molla tra una striscia ed acuto, prima dei raid a spedizione; omicidi al ritmo trash di amorucoli ancestrali e vite in latitanza, boss e pentiti, 'nfami e malamenti : e quello dei cantanti è bussinesse  fin troppo redditizio, quantificato in 200 milioni annui, una perdita netta per l’erario stimata in 80 milioni di euro netti. Mercato in grado di generare un consenso e comunanza, promuovendo in tutta Italia la sottocultura camorristica, creando posti di lavoro ex novo, con estorsioni continue ai commercianti per gli spazi pubblicitari via etere imposti, e il sostegno delle società compiacenti (quando non strettamente controllate dai boss), che si declina in raffica di televendite "consigliate" sulle emittenti della Camorra S.p.A.

E se un tempo per creare consenso sociale, serviva avere ville hollywoodiane, con serraglio di bestie esotiche a complemento libere di ruggire nell'aia, i nuovi boss 2.0 guardano ai media come a nuove frontiere per impiegare peones e manovalanza, "pali" ed antenne, sentinelle ed affiliati, con i cantanti neo in prime time e fila nella recherche spasmodica di profitto e rispetto: la fiction napoletana si arricchisce di crime time, con serenate calibro 9 a gorgheggiare sempre più dalla parte del crime.  
Benvenuti, Gomorra is on demand.

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