domenica 6 novembre 2011

Il Garibaldi incavolato



“Cosa penserà di noi Garibaldi? “. E' il refrain diuturno, file rouge come camicia rossa, imporporata, aperta e fiera, petto villoso: Garibaldi, l'Eroe. Svetta immobile, su bestia sellata, come sagoma; per di più di bronzo, nemmanco animato, silente. E scruta. S'ammanca del Belpaese, è fiero il suo sguardo? Nota, scruta, vede e prevede: laggiù una scarola padana, come Trota controvento, seguendo la corrente, d'una spinta verdognola e padana; rigurgiti e mitopoiesi da baluba (sia detto con rispetto), ma ancora per un Po; e dalla valli del Comacchio, si percorre il papalino andazzo, in sempiterna Cittade imperitura: “O Roma o morte!”, magnifica visione, tremenda la fattura! Il conto è salato, mio Generale. Che il Diavolo ti porti, se non dico il vero: supera la breccia (guarda la calca dei bersaglieri), inquadra il bersaglio, ecco le Sicilie! Mezzogiorno, ed è di fuoco, da fuggire Cassa in spalla (e quanti l'han fatto!). Non li vedi i pulcinella, servetti priapeschi penduli e buffoni? Non lo vedi il Brighella d'Arcore, un tempo Pantalone (se almeno nelle notti li tenesse addosso!). Hai ragione, Generale son Craxi nostri.
Diavolo d'un Generale, a te solo gloria e belle donne, e onore; vile mai, né vil denaro; giammai. Biondo, occhio vispo ceruleo, nerofumo profondo, latino e gaudente; il Pepin negli occhi ci vedeva quel che sognava, quel che doveva, guai ai nemici!! E sul piatto scintillante, niente ori, al massimo un soldo di cacio, e metteci del vinello, oste della malora! Ed un tozzo di pane; questo è Garibaldi; dall'Uruguay, Brasile, al tango d'Argentina; e poi Roma (“o morte! “ ; e sì l'abbiam capito), Quarto, Sicilia, mille e ancora mille, e poi Volturno. E guarda adesso, mio Generale: roba da sottane, e pretazzi, e politicanti arruffoni, e mafiette in doppiopetto (ai tuoi tempi ti bastò solo la camurria in quel di Napoli, ma eran tempi oscuri); cosa dici, Generale? Che a te bastò Caprera, e ne ritrovi d' italiche capre, fors'anche pecoroni? Sì, è vero, ma la crisi, la congiuntura, i nani (anche più d'uno) le ballerine, i gaudenti, i finti eroi, puttane, pochi santi, un Cristo ancora in croce, un Papa in formalina, pardon in ermellino, marinai pochi, è vero, come i sognatori, poco mossi gli altri mari, eppur c'è maretta e la nave vacilla...
Insomma, Garibaldi, ma che vuoi? “Anche al Peppino, piacevano le donne”, e lo dicon tutti; la memoria è viva, come femmina tra l'erba alta, le cosce invitanti, la chioma vogliosa; che nessuno s'azzardi alla pugna, tocca al Generale, è sua la Storia! E' la donna, come Italia; fu vinta ed ammaliata. “Qui si fa l'Italia o si muore!”.
E l'Italia fu fatta.

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