"Cortocircuito totale. Non ci si capisce più una beata, direi. Ma cerchiamo di riannodare i fili dello "gnommero", per dirla alla Gadda, che s'è appiccicato sullo stomaco enfiato, rigonfio e putrido di questa nosta bella Italia. Allora, i fatti. Il Senatore nonchè esimio professore Carlo Vizzini, ex DC di lungo corso, condannato in primo grado e poi prescritto in appello per le tangenti Enimont nel fruttuso periodo di Tangentopoli (e là dove si buttava un'esca se ne pescavano a chili di tangentari), attualmente parlamentare di quel consesso di galantuomini, quel partito di nani e ballerine del Reuccio di Arcore dalla Libertà Condizionata, ha ricevuto stamane una testa di capretto (visto il periodo di Quaresima Pasquale, non potevano scegliere meglio) con un proiettile conficcato nel mezzo. Il più classico degli avvertimenti mafiosi, recapitato per direttissima al Presidente (badate bene, il Presidente!) della Commissione Parlamentare Antimafia: senonchè il nostro eroe "Pizzini", oltre ad essere un prescritto illustre e tangentaro conclamato, è anche accusato da Massimo Ciancimino, rampollo del più famoso Vito, ex Sindaco Democristiano di Palermo, corleonese doc, condannato in via definitiva a tredici anni di reclusione per concorso esterno (ma sarebbe meglio dire "interno") in associazione mafiosa e favoreggiameto di Cosa Nostra, di essere coinvolto personalmente nel riciclaggio dell'ingentissimo patrimonio di quel sant'uomo di papà.
"Cianciminimo", il piccolo di casa, viaggiava avanti e 'ndrio tra Roma e Palermo con valigie piene zeppe di banconote da cinquanta e cento euro, impilate ordinatamente in bella cifra: una cifra, appunto, di circa 900mila euro che sarebbe finita nelle mani, oh pardon, nelle grinfie, di Carlo "Pizzini". Ma non solo; pare che Massimino avesse come referente anche il deputato e segretario dell'UDC siciliana, Saverio Romano, al quale avrebbe gentilmente donato circa 100mila euro, un sostanzioso contributo elettorale che il deputato avrebbe ricevuto quando era sottosegretario al Lavoro del precedente governo Berlusconi (Silvio c'entra sempre in qualche modo)
"Cianciminimo" si autoaccusa, facendo poi i nomi dei suoi "complici": ed i primi nomi che gli vengono a mente, (che coincidenza!), sono quelli del Presidente della Commissione Antimafia e di un deputato siciliano di prim'ordine. Adesso i due nomi fanno bella mostra di loro sul registro degli indagati della Procura Palermitana, accanto a quello del prode Ciancimino jr., che da mesi ormai collabora con i pubblici ministeri della DDA, come interlocutore privilegiato nell'inchiesta condotta dal sostituto Nino Di Matteo e da Antonio Ingroia, e che ha visto la luce subito dopo le stragi mafiose del '92-'93.
Secondo il Figliol Prodigo, Carletto "Pizzini" sarebbe una sottospecie di so(r)cio occulto della "SIRCO FINGAS", la società attraverso la quale Massimino il Glande avrebbe riciclato una parte dell'ingente patrimonio di babbuccio, mentre il buon Saverio Romano in arte "Il Siciliano", avrebbe intascato il tutto nei locali del Ministero del Lavoro (a lavorare, lavorava!). Ora, in tutta questa bella liason d'amour tra mafia, politica ed imprenditoria asservita, perchè la mafia, la Cupola della Coppola, avrebbe mandato un innocente capretto decapitato al nostro "Pizzini", intimandogli il silenzio? Hanno forse paura che Carletto-l'ho-fatta-nel-letto parli, vuotando il sacco davanti ai pm? Ma siamo impazziti, scusate e l'immunità parlamentare che l'abbiamo inventata a fare? Che si fa così con un amico, scusate? "Pizzini" perciò, dopo aver cotto la capa del capretto con patate e cipolle, ha pensato bene di querelare per diffamazione il piccolo Massimo, che non deve averla presa bene: infatti ha ritrattato le accuse mosse all'ex amico di papà: come al solito la stampa ha travisato il tutto, le sue parole sono state fraintese (mi ricorda qualcosa questo meccanismo di rimozione, evoca losche figure clownesche, qualcosa di molto vicino eppur terribilmente lon-nano, mah...), eccetera ecctera. In tutto questo, quell'altro campione di trasparenza imprenditoriale e correttezza filologica, Renato Schifani, ha espresso la sua solidarietà al collega "Pizzini" (collgea perchè molto probabilmente a scavare si troverà davvero un filo che li unisce tutti): "Povero picciotto, miii..chi t'ha dittu infamità? Mo gli mannamo una capuzzedda di maiale comme desserte..."(Calderoli s'è subito preoccupato, un grugnito ed è filato via). Insomma il dubbio amletico che m'arrovella le meningi è: come è possibile che la Mafia mandi un avvertimento ad un suo esimio esponente in doppiopetto parlamentare? Questo Paese sta andando ai matti... In attesa che il Cappellaio Matto diventi Premier ed il Leprotto Bisestile Ministro delle Economia, vi invito a stare sintonizzati...Ad Peggiora!
P.S. Ma il Cappellaio era davvero così basso?".
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