giovedì 5 marzo 2009

L'Inno di Mamelick:

"Che strano Paese l'Italia. Un Paese dove s'è nazionalisti solo davanti ad uno schermo televisivo a guardar la Nazionale. Un Paese dove i morti per lavoro non fanno più notizia. Un Paese dove i magistrati sono vilipesi ed insultati, messi in condizione di non poter fare il loro lavoro con serenità. Un Paese dove l'informazione è pilotata dai soliti noti, imbavagliata ed inservibile per avere una serena opinione sui fatti.Un Paese dove gli immigrati onesti incontrano tutta una serie di gironi infernali e burocratici, e chi delinque ha vita facile.
Un Paese dove i politici sono corrotti ed in odor di mafia. Un paese dove le banche controllano l'economia. Un paese dove i giovani non hanno futuro e i vecchi pensionati vivono in un eterno presente, rimpiangendo il passato. Dove si stenta ad arrivare alla fine del mese, ma dove l'inizio è sempre un problema: se sei un precario inizi male, già con un piede nella fossa, perchè il Mercato e spietato, il Mercato non ti aspetta. Forze fresche, sangue giovane, per alimentare chi c'era e c'è prima di te, un enorme moloch vampiresco che sfrutta ed umilia chi s'affaccia adesso sulla propria vita. In tutto ciò lo Stato dov'è? E soprattutto c'è mai Stato? Ci è o ci fa? Lo Stato in Italia non c'è, non esiste, è un invenzione di una mente disturbata, è l'onda anomala che ci travolge, è una giungla che ci ha immobilizzato tra le liane, ed hai voglia a ruggire, sempre immobilizzato resti. La morsa della crisi stringe sull'economia reale dopo aver travolto i mercati finanziari, viene vissuta come inelluttabile, come se fosse una sciagura divina piuttosto che una conseguenza dell'umano agire: ma una divinità anche soltanto fintamente misericordiosa, non l'avrebbe mai pianificata, credetemi. Ci vuole tutta la razionale ed insulsa spocchia umana per immettere nei mercati internazionali, quotare e piazzare, prodotti finanziari al limite della paccottiglia, per ingannare i consumatori, costringendoli a sottoscrivere azioni di società votate al fallimento, titoli putridi che si son disfatti come acqua fangosa al sole, lasciando affiorare solo la melma. Un sistema che è andato in cortocircuito: banche-politica-economia-imprenditori con le pezze al culo. I beni pubblici privatizzati, o in odor di privatizzazione. Perfino l'acqua ci vogliono togliere, siamo alla follia, al paradosso. Destra, Sinistra, sono spiriti che agitano le notti insonni degli italiani senza lavoro, dei precari col mutuo in spalla, dei cassintegrati manganellati dalla Forza Pubblica, dei pensionati affamati ed umiliati: nessun partito darà mai una risposta plausibile alla crisi, ai bisogni di chi davvero vive la realtà di questo Paese sulla propria pelle, marchiata a fuoco da una speranza disillusa, forse mai nata, un aborto di vita che mai vedrà la luce. Nessun politico sa che vuol dire aprire gli occhi senza prospettive, svuotati di senso, con la sola necessità di dover sopravvivere. Ed è così ormai, in Italia si sopravvive, si strappa la vita giorno per giorno, adesso i venti di crisi sembrano spazzare via anche quei miseri brandelli d'esistenza così faticosamente conquistati. Uno sfacelo, uno spreco insensato di talenti e risorse giovanili. Come diceva il buon De Filippo, forse dovremmo solo "fuire", emigrare in massa dalle patrie sponde ma alla fine a chi gioverebbe la fuga? La politica attuale non è una risposta, è una concausa di ciò che ci affligge, dobbiamo liberarcene, incominciando dal basso a vivere la democrazia. Se i partiti hanno fatto il loro tempo, adesso è il tempo di una nuova classe dirigente che venga dal basso, che monti come un torrente, una cascata che scorra al contrario: una partecipazione globale della cittadinanza, ad iniziare da una maggior trasparenza nella gestione del potere in sede locale. Le città sono nostre, non di chi le amministra in maniera indegna, dobbiamo riprendere un controllo fattivo del territorio, attraverso comitati civici, associazioni di quartiere, che propongano ed attuino una progarammazione concordata con le istituzioni territoriali; un bisogno primigenio, una ventata nuova che serva per svecchiare politicanti di bassa lega, da Paese dei Balocchi. Trasparenza nella gestione del potere, locale e nazionale, energie rinnovabili, recupero e bonifica ambientale, sviluppo sostenibile, sostegni a chi non ha i mezzi, eliminare sprechi e corruzione: forse è solo un miraggio, un'ombra evanescente. Ma nel Paese dove perfino l'Opposizione è fatta d'ombra, non possiamo delegare nulla a nessuno, l'impegno deve partire da noi. L'unica speranza, per una rinascita possibile.
Fiducia. Un sonoro pernacchio li seppellirà".

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