sabato 7 marzo 2009

Crisi di casa nostra:

"Per Tappo di Cerone la crisi non è poi così tragica, è solo un momentaccio, ma poi passerà. O passera. Sì, perchè quell'uomo ha gli occhi foderati di modelle brasiliane per non accorgersi del baratro in cui sta sprofondando questo povero paese: perfino il suo "Giornale", quello che lo intervista ogni due per tre, dipingendolo come il nuovo De Gasperi, la fulgida stella discesa tra noi mortali solo per rischiararci l'avvenire col suo radioso sorriso, ha titolato a caratteri cubitali che la crisi nel 2009 toccherà vette inusitate, conosciute forse solo in Argentina. Ma il Re Mida coi trans-peli in testa è felice come non mai, dice che i media esagerano nel dipingere questa crisi mondiale come un moloch, un leviatano tremendo: in fondo è soltanto un piccolo ruttino, un rigurgito necessario prima di una digestione già in atto, il mercato deve solo assimilare ed assorbire i titoli tossici immessi negli anni passati. Allora il suo collega leggermente abbronzato e con l'accento americano ha le traveggole, sogna scenari parossistici e tremebondi, mentre lui si gloria dei risultati economici ottenuti dal suo Tremonti. Obama è pazzo, magari è "antropologicamente diverso dalla razza umana", come chi sceglie di intraprendere una carriera nella magistratura. Ma si può vedere quel paragnosta con l'emiparesi facciale sparare fregnacce da mane a sera senza colpo ferire? Poveri noi, povera Italia, ma soprattuto poveri e basta".

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