mercoledì 10 giugno 2009

Stendiamo un tappeto pietoso:

"Oh che bello! Fa sempre piacere quando viene a trovarti un vecchio amico, no? Se poi il vecchio amico in questione è un dittatore libico ultrassessantenne, perdipiù terrorista o comunque celebre per le sue posizioni filo-terroristiche, salvato in extremis da un bombardamento USA (i cari vecchi Americani, le loro bombe a sorpresa!) da una telefonata di Bottino Craxi, allora fa ancora più piacere.
Muammar Gheddafi, per tutti il "Colonnello" , ditattore dal '69 in quel di Libia, nostra ex colonia ai tempi de Felici di Mussolini (ah, non ci son più i dittatori pelati di una volta!), è stato ricevuto con tutti gli onori del caso da Giorgietto-il-nonnino-perfetto Napolitano, che tra una impepata di cozze alla camomilla, due canzoncine neomelodiche, e quattro corazzieri di Afragola, ha pensato bene di fargli fare il giro del Quirinale in pompa magna (magna, magna Giogiò!) alla faccia della povera Costituzione, che ripudia la guerra e i regimi dittatoriali! Del resto il nostro è diventato un Paese a sovranità limitata, se intendiamo per sovranità quella insita nel voto popolare: ormai il popolo italico non conta una beata. Fa piacere che almeno il nostro Silvito I non sia l'unico dittatorello che sfidi il senso comune del ridicolo: avete visto Muammar con la sua scintillante divisa da pazzariello, che si pavoneggiava durante il meeeting ufficiale? Lo sguardo sereno, di uno che ha appena accoltellato una delle sette mogli, il Colonnello ha parcheggiato la sua tenda da circo Medrano nei giardini del Quirinale, chiedendo con gentilezza se per caso non avessero anche un'oasi per i cammelli. "Solo garconniere per veline", gli è stato risposto dalle nostre maestranze governative. Ma non vi par equivoco, sintomatico anzi, che il nostro Paese, da quando c'è Tappo di Cerone, abbia come unici referenti dittatori e despotucci? Che il Mago di Arcore abbia corrispondenza solo con Gheddafini sott'olio, Putìn innocenti dal mitra spianato e via dicendo? Siamo davvero riconoscenti al nostro Premier, Silvio ci regala alleanze di prim'ordine, vere primizie nel panorama internazionale. Modesta proposta: propongo uno scambio alla Libia. Loro ci danno il pazzariello, magari lo piazziamo a Buona Domenica, tanto celebroleso più, celebroleso meno...e noi gli spediamo a calci nel culo il Trapiantato di Cologno...che ne dite? Solo non vorrei che i libici ci facessero causa ancora una volta per danni post-bellici, questa volta collaterali e affini. Di pace. O di pece, visto il colore del crine dell'Omino Imbizzarrito. Dopo le autostrade e gli oleodotti, saremmo costretti anche ad elevare un monumento in loco. Una statua di Silvito a grandezza naturale, poco ingombro, molta merda di piccione. Almeno si spera".


"Nonno, ho fretta, ho bucato la gobba al cammello".

Nessun commento: