Giornalisti e magistrati, piangon tutti stretti in coro, pare d'essere al cospetto d'un capestro singolare; e la chiamano mordacchia, poi si parla di castrare, senza il minimo imbarazzo, l'autonomia di questi e quelli, col Gran Silvio spettatore, dell'andazzo generale, una mano a far da corna, mentre l'altra gratta il pacco. Il Sultano se la ride, mente tutti paion tristi, ma nessuno tiene in conto, che ci sono belli e lieti, degli amici poco mesti: loro sì che avranno sconto, dalla legge già bavaglio, perchè adesso nelle reti, la Madama non li imbriglia, se ne stanno al gran riparo, senza esser a repentaglio. Mafia, 'Ndrangheta e Camorra, stan serene in casa loro, niente cimici a spiare, che alla fine poi la guerra, l'han già vinta senza l'armi, nè bisogno di sparare: finalmente un gran risparmio, grazie a Silvio il piduista, vecchio amico di stallieri, che facevano i fattori, nella villa del piazzista. Tanto Mangano è un eroe, e Falcone e Borsellino, sono morti da incoscienti, per difendere lo Stato, reso ancor più piccolino, dalle leggi di un Ducetto, Capo ormai di delinquenti, nel suo incubo perfetto".
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"Aggio fatto 'o Presidente, pecchè nun aggio maje saputo juca' a bocce...'o Curto invece ce pazzea sempe! Biato a isso".
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