Facce contratte in mimiche pose, ghigni beffardi ad incastonarne i volti, occhi illividiti e sorrisi contorti, i denti scoperti a rivelar spocchia e strafottenza; gelide falci d’una luna contorta a lambirne il profilo, ad illuminar le pudenda rachitiche d’una classe politica in disarmo, l’animo borioso che tracima nella tronfia e vanesia arroganza. Qua un “Berlusclown” burlesco, là un Maroni arcigno e cisposo, baffi a sparviero, rughe a raggiera; e poi il candido leucore d’un Papa Benedetto, stridente contrasto col grifo contratto e indiavolato, Santo Padre che si trasfigura in un ben più prosaico e terreo patrigno. Museo MADRE, anima pulsante della noveau art neapolitana ed internazionale, ventre moderno e metropolitano che diviene ribalta sferzante, di satira e sberleffo. “NoVizi: Nuovi vizi, nuovi satiri”, è un barnum itinerante di geniacci paragnosti, che quantunque non posseggano le chiavi gnoseologiche d’un “Dasein” rutilante e complesso, s’arrischiano eccome ad intenderne i vizi, ascoltarne le voci, infilzarne i vezzi, col piglio irriverente delle loro matite smangiucchiate, paletti puntuti, puntati al cuore d’un reality osceno e perverso che ci ostiniamo a chiamare realtà. “Ed è proprio per strappare quel velo di Maya che ci avvolge ed acceca, che ho voluto portare la satira sugli scudi”, sorride Mario Natangelo, vignettista e curatore dell’evento, “in queste sale è esposto il gotha della satira europea, il “meglio del peggio” di Ellekappa, Marassi, Fricca, Tonus, Beppe Mora, la francese Catherine del settimanale satirico “Charlie Hebdo”, l’ispanico Alcazar del giornale “El Juaves”…”. Come dire, si parte dal MADRE per approdare a “Papi”? “Già. Pare che Berlusconi c’abbia tirato la volata, in questo periodo ha dato il meglio di sé. Se c’è un padre putativo cui dedicare questa rassegna, non può che essere lui, il satiro principe, così iper-reale da sembrare inventato”. Satira e Potere, un odi et amo reciproco e secolare, sovente altalenante, una pax armata perennemente sul filo, il bisturi del pensiero al servizio d’un umorismo illuminato, arlecchino servitore di sé stesso, e benché mai di due padroni. “Perché l’unico padrone che noi autori dobbiamo riconoscere è la nostra coscienza. Ho immaginato le vignette inserite in un contesto cartaceo, a coprire una stampa sempre più omologata, un effetto patchwork che stordisce il cittadino, sempre più stranito, ormai ridotto ad acquiescente consumatore”. Che siano coscienti o meno, d’esser consumatori-elettori ridotti a futile balocco da un “Palazzo” algido e distante, pare che il messaggio satirico colga nel segno: a fare un giro per le stanze del museo si scorgono facce convinte, sorridenti, sguardo sornione da gattone del Cheshire. Tra la folla, volti noti come la giornalista anti-camorra Rosaria Capacchione, il vignettista Marassi de “Il Mattino”, il giallista Maurizio De Giovanni. “Natangelo e la sua combriccola di genietti maligni sono bravi, hanno talento da vendere”, sottolinea lo scrittore, “è fondamentale che i giovani emergano, perché il merito abbia ancora un senso, anzi è necessario che diventi la discriminante in una società che premia troppo l’apparenza. Il riso genera una catarsi doppiamente benefica, apre la mente e stimola il dubbio positivo”. Nessun dubbio su Natangelo, pizzetto da Belfagor ed occhio luciferino, ormai una certezza nell’effervescente mondo della satira nazionale.
“NoVizi: Nuovi vizi, nuovi satiri”, dal 19 al 30 giugno al Museo MADRE, via Settembrini 79. Lunedì-Venerdì, 10.00-21.00; Sabato e Domenica, 10.00-24.00.
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