Che diamine sta succedendo in Campania, anzi più specificamente a Napoli, la nostra bella Sirena addormentata? Per non dire in coma farmacologico. Un comune sempre più in difficoltà quello di Nonna Rosetta: la Iervolino ormai non sa più dove turar le falle, la sua voce garrula e squillante s'incrina al pensiero della una nube tossica e diossinica che aleggia su palazzo San Giacomo: l'assessore Giorgio Nugnes che pone fine tragicamente alla sua vita, una corda al collo a strozzarne l'urlo silente; un altro, Enrico "Cardillo addolorato", che si dimette dal suo delicato ruolo di assessore al bilancio-sbilancio del Comune napoletano, il Museo-disco-ludo-tromboteca Madre (Madre che fighe!, è l'urlo di battaglia dei giovani gaudenti nella notte discotecara di via Settembrini, guadando le cosce delle donzelle danzanti, piuttosto che le opere d'art nouveau di Kounellis) chiuso per mancanza di licenze ed agibilità dei locali. Un monolite istituzionale, un Comune in perenne crisi da liquidi, attaccato alle flebo statali ed europee per sopravvivere in un caos arrangiato e quotidiano, un equilibrio distorto, una danza sempre in bilico. Nugnes s'è ucciso, era un uomo sofferente, non c'è dubbio: una mente sconvolta dall' inchiesta della procura di Napoli sui disordini e gli scontri di Pianura, nella quale risultava come interlocutore preferito dei capipopolo anti-discarica. Una leggerezza? Un favoritismo verso quella gente, verso quel popolo da sempre sua roccaforte elettorale?. Sicuramente un atteggiamento illecito, quindi giusta l'inchiesta, giusta anche la richiesta di misure cautelari restrittive ai suoi danni. Misure che, è bene dirlo, s'erano ridotte notevolmente: dai domiciliari, Nugnes era passato ad un semplice divieto di dimora (di soli tre giorni)ed era sicuro di vedersi ridotta o cancellata anche questa misura minima. Dunque perchè ammazzarsi? Tra i peana della classe politica tutta, che gorgheggiano annaspando in un mare magnum di conformismo corporativistico ed intrallazzature trasversali,un ennesimo ulteriore attacco alle procure italiane in generale, e napoletana nello specifico: il nuovo caso Tortora imbastito da una magistratura forcaiola ed insensibile, ed una stampa compiacente e vampiresca. Ma cosa c'è di vero in quel che si legge, in ciò che si vede o si ascolta? Nugnes era sconvolto, è vero. Ma non per l'inchiesta di Pianura: aveva un terrore folle, una paura che lo ha portato ad un gesto estremo, che il suo nome potesse figurare in qualche inchiesta collegata e parallela, che i Casalesi potessero venir associati alla sua persona. Perchè? Cosa c'entrano adesso i Casalesi con lui? Dalla Procura non s'odono trilli, per adesso nulla è emerso in merito, eppure Nugnes ha preferito far tacere per sempre voci ed illazioni per lui mortificanti, sicuramente offensive. Ma il dubbio resta.
Vedremo a cosa porteranno le inchieste in atto: come si dice? Il mistero s'infittisce, e la notte napoletana pure. Un mistero, l'ennesimo, in una Napoli derelitta, che in questi anni di Basso-lindo e Trombetta Iervolino ha dovuto affrontare emergenze ad intermittenza, vedendo scoperchiate le sue pudenda di vecchia sciantosa, miserevoli e nere. E probabilmente l'ennesimo che un morto eccellente custodisce nella sua tomba.
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