venerdì 31 ottobre 2008

Un Cosentino Napoletano, l'affaire s'infittisce:

Riprendo il discorso da dove l'avevo interrotto. Si diceva del bel Cosentino dalla faccia pulita e dai maneggi poco chiari: bene,le amicizie del nostro politico sono da prima pagina e ben presto ci trascinano anche lui, che ovviamente si dichiara estraneo al tutto, e fino a condanna definitiva fige la presunzione d'innocenza. Ma le circostanze sono comunque inquietanti, come una foto di Ferrara che fa il bagno nudo.
Nel 1993, Cosentino e Mario Schiavone, cugino di Sandokàn, si ritrovano concordi davanti al notaio per un matrimonio d'interessi: Schiavone è lì per vendere un terreno (circa due ettari), Cosentino per acquistarlo, prezzo sull'unghia quaranta milioni.
Il piccolo sottosegretario casale si presenta alla stipula dell'atto al gran completo: tutti e cinque i fratelli Cosentino davanti al notaio, una famiglia molto unita a quanto pare. Un piccolo affare per i Cosentino, eppure c'è tutta la Sacra Famiglia per Mario Schiavone, un pò strano, no? La società della family in quell'anno fattura già oltre venti miliardi di lire, eppure per un semplice acquisto di terreno si presenta tutto il gran giury! Mah, del resto le tradizioni sono importanti qui al Sud, Natale e dal Notaro con i tuoi, Pasqua con chi vuoi... Resta però la stranezza di questo atto: un terreno che sorge proprio a ridosso degli appezzamenti di bufale degli Schiavone, che cacchio se ne facevano i Cosentino? Quindici anni dopo il terreno è ancora nello stato iniziale, nessuna costruzione è sorta sopra: eppure il bel Cosentino di palazzi se ne intende, visto che ha costruito anche il tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere. Oddio, l'edificio era destinato ad un condominio di civili abitazioni, ma che volete siamo in Campania, edilizia creativa! Giudici ed avvocati gironzolano per stanze minuscole, passeggiando davanti a balconi su cui, all'occorrenza, possono stendere le toghe ad asciugare. Ma il vero "bissinesse" della famiglia è l'energia. Chiedete a Sparanise, poco più di settemila anime in provincia di Caserta, e vi diranno a chi appartiene la centrale elettrica entrata a regime nel duemilasette: sì, è del nostro Nicolino, quel ragazzo una ne pensa e cento ne fa! Il Leviatano elettrico da ottocento megawatt era stato fortemente osteggiato dagli abitanti di Sparanise, e ci volle l'intervento dell' allora ministro Marzano, che come un falco calò da Roma per imporre la centrale. E indovinate chi gli stava affianco, tutto bello sorridente con doppiopetto d'ordinanza? Eh, vedo che siete scoraggiati, ma sì, proprio lui, il nostro Nicolino! Quel ragazzo farà strada, ve lo dico io... Forse è un tantinello conflitto d'interessi? Forse una persona dabbene, un politico che non vuole gettare ombre su di sé, non dovrebbe avere interessi economici così forti ed ingenti, quando agisce come esponenete politico, o la cosa nell'Italietta del Nano Testadibitume non si può dire? Di sicuro non fa più scandalo, Berlusconi docet. Ma il piccolo Nicola non finisce di stupirci: al suo gruppo appartengono l'Aversana Gas, l'Aversana Petroli, i distributori IP Service, l'Immobiliare 6C, la società Agripont; il fulcro dell'impero rimane comunque la produzione di energie e combustibili fossili, anche grazie alla forte presa dei Cosentino sul territorio. Presa o morsa soffocante? Eh, già, perchè i nostri Cavalieri della Cupola Rotonda, riescono a vincere facilmente appalti e commesse, il loro indice di penetrazione nel territorio è altissimo: e questo, in una terra martoriata dal racket casalese, non è poca cosa. Appare addirittura sospetto. A Sparanise la pompa di benzina più vicina alla centrale elettrica appartiene, guarda caso, ai Cosentino,ma chi la gestiva per conto loro? Il nipote di Giuseppe Papa, noto boss della camorra, condannato per omicidio: quando si dice la coincidenza! A dire il vero la Procura Antimafia ci provò pure a fare luce sull'enigma Cosentino: nel novantasette nega il certificato antimafia per i cantieri della centrale elettrica, pare che il pericolo di infiltrazione mafiosa sia più di una semplice eventualità. A Nicolino gli viene un colpo. "Gli appalti bloccati? E come cacchio faccio?" La società Aversana Petroli ricorre al Tar, poi al Consiglio di Stato, ma evidentemente gli intrallazzi politico-casalesi sono qualcosa di reale e non macchinazioni delle toghe rosse, di un opposizione inopponente, o degli alieni venuti da Plutone: Cosentino and Family stavolta rischiano grosso. Poi, il miracolo!
In Prefettura cambiano idea, Cosentino ottiene la tanto desiderata certificazione antimafia: c'entra per caso qualcosa, il fatto che il nuovo Prefetto Maria Stasi sia stata eletta alla Camera col PDL, lo stesso partito-azienda del bel Nicolino? Beh, in Campania niente è casuale, e la necessità procura ben strani compagni di letto, ma il tarlo rimane. Nicolino pure. State sintonizzati.

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