domenica 26 ottobre 2008

Basso-lindo Episode II: la vendetta dei Sit-In continua...

Siamo nel duemilauno quando si registra una crisi ulteriore, con risultati disastrosi sul piano igienico-sanitario: ormai sono più pulite le fogne che le strade di Napoli. Come dire, il malato è moribondo ma la situazione non è grave. Almeno a sentire Basso-lindo: "Sono fiducioso, credo nel piano rifiuti e ne verremo fuori". Ma l'Impregilo non può fare il miracolo, dato che le ecoballe non possono minimamente essere incenerite: migliaia di gabbiani volteggiano come avvoltoi sulle montagne di monnezza, nei dintorni di Napoli, tra la provincia partenopera e quella casertana. Che cacchio ci fanno i gabbiani a Caserta, non dovrebbero stare ad ingrassare vicino al mare, contendendo il cibo ai piccioni? I pennuti, veri e propri spazzini a becco, sono attratti dai rifiuti, ma quelli raccolti nei CDR dovrebbero essere puramente solidi, senza parti umide marcescibili ed imputridite. Ergo, che sta succedendo? Si scopre semplicemente che rispetto ai rifiuti in entrata nei centri di monnezzo-terapia, non vi è alcuna diminuzione di peso, non v'è perdita di materiale: le ecoballe sono monnezza incelofanata, pacchi di plastica imbottiti di poltiglia infernale, panzarotti alla diossina. Dentro c'è un mondo di gioia e meraviglia, direbbe il poeta: a metterci il naso ti fai un aereosol di mercurio, arsenico e vecchi merletti, cadmio e rame, oltre a scoprire che perfino le zoccole non ne sopportano il fetore. Ogni giorno a Napoli sorge una palazzina di monnezza per roditori dal palato fino, gli avanzi dell'uomo formano annualmente un villaggio valtour incancrenito e puzzolente, roba che solo la Ventura potrebbe concepire. Fino al duemilauno, i calcoli per difetto ci dicono che in Campania sono state accumulate oltre cinque milioni di ecoballe, o balle con l'eco. Nel senso che ormai anche i media se ne sono accorti e non soltanto in Italia: si organizzano monnez-tour europei se non addirittura mondiali. Il problema con le ecoballe e che purtroppo, essendo materiale solido e soprattutto tendente all'immobilità statica, c'è biosgno di spazio, molto spazio per accumularle. Visto che l'idea iniziale dell'afragolese doc era di realizzare tumo-valorizzatori in pochi giorni (nei progetti iniziali si parlava di circa trecento giorni), sembrò cosa buona e giusta accatastare le balle vicino ai futuri impianti d'incenerimento, per risparmiare almeno sul trasporto del domopack diossinocompatibile. Il mercato dei terreni nelle immediate adiacenze degli impianti schizzò schizzato alle stelle: società non meglio identificate, in molti casi la stessa Impregilo d'idocarburi romitici, acquistarono terreni agricoli a prezzi cinque volte superiori al prezzo di mercato. Altro scandalo fatto in casa, prodotto direttamente dal commissario Bassolinettoni fu la gestione dei lavoratori socialmente utili, i famigerati LSU, sigla tremebonda, nuclei proletari armati di ramazza che però, come vedremo, usarono ben poco negli anni dell'emergenza campana. Ne furono assunti quasi duemilatrecento, ma il loro utilizzo restò un sogno amletico, il fantasma di Bassolino si disperò nell'eterna notte Napoletana, ma a poco servì il sinistro suono delle catene, per scuotere le coscienze dei netturbini ausiliari. Un pasticciaccio brutto di sprechi, clientelismo, abuso d'ufficio e condizionamenti socio-economici: insomma il solito guazzabuglio italiano, ancora una volta in salsa meridionale. Il Bell'Antonio avrebbe perciò permesso alla Fibe de oro di stoccare semplicemente le balle di rifiuti, senza bruciarle: un profitto senza perdita alcuna per la Fibe del buon Romiti, che risparmiò su quei costi che per contratto avrebbe dovuto sopportare. I pm, nell'inchiesta contro 'o Governatore, parlano di comportamenti stravaganti del nostro eroe,raccomandazioni per assunzioni, condotte specifiche, volte a dissimulare le colpe di quelle imprese che l'emergenza dovevano risolvere, e che invece contribuirono ad aggravare. Dalle carte processuali si evince che Basso-lindo manco li leggeva i contratti dell'Impregilo! Che uomo singolare il governatore, apparve sulla scena come il nuovo Messia di un Rinascimento possibile, un Lorenzo de' Medici di Afragola, ed è finito crocifisso come Gesù Cristo alle sue responsabilità omissive (o commissive, ma il processo è acora alle battute iniziali): insomma, Napoli è sopravvissuta al sacco di Lauro degli anni cinquanta, ma è finita sommersa dal sacchetto nero di Basso-lindo. (Continua...)

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