venerdì 24 ottobre 2008

Basso-lindo episode II: la vendetta dei Sit-In

Dove eravamo rimasti? Ah, già alle mirabolanti avventure del Cavaliere B. e del suo fedele scudiero Basso-panza (nel senso dei sommovimenti gastroenterici che provoca la sua sola presenza mediatica). Tornando sui nostri passi seguiamo le briciole, ma più che altro i sacchetti, che ci riporteranno sulla via di casa, o meglio su quella del camposanto. Continua il valzer dei commissari alla monnezza: siamo nel novantototto, adesso tocca a Rastrelli, forse il nome promette bene, si dicono a Roma, magari è la volta buona che qualcuno le rastrella davvero le montagne di rifiuti dalle vie ingolfate e maleodoranti. Il prossimo passo è il pifferaio magico, quello di Hamelin, il crucco in calzamaglia che affogò i topi nel Reno al suono del piffero: solo che il piffero a noi Napoletani lo vogliono far suonare al contrario, soffiando con l'altro sfiatatoio naturale di cui il Pateterno ci ha provvidenzialmente fornito. Comunque miei piccoli bambini, il pifferaio non fece il miracolo, lo licenziarono in tronco e non gli riconobbero neanche la liquidazione, dato che stiamo a Napoli e per certe cose ci teniamo ancora. E' una questione di principio. Il vecchio leone missino mi sa che si dimise, ed ecco che a Rastrelli subentra don Antonio nostro: confermerà l'intenzione di affidare l'intero ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania alla Fibe-Impregilo di Cesare Romiti e figlioletti adorati. Piccola parentesi su Romiti. Fedele al motto date a Cesare quel che è di Cesare, Romiti fa man bassa: condannato a undici mesi e dieci giorni di reclusione per irregolarità relative al periodo in cui ricopriva la carica di amministratore delegato del gruppo Fiat, consigliere in RCS Mediagroup e appunto, nell'Impregilo, il buon Cesare, detto il volto sereno del capitalismo, è ancora sulla cresta dell'onda, non riuscendo ad andare a fondo nonostante tutto l'impegno profuso, da parte sua e dei magistrati. Chiusa parentesi. Ricapitolando, la Fibe si aggiudica l'appalto, promettendo mari e monti, forse il piatto preferito del Bell'Antonio. Detta inter nos, il progetto fa acqua da tutte le parti ed i risultati si sono visti in questi anni: l'Impregilo-per-il-culo si impegna a realizzare gli inceneritori termo-tumorali in tempi rapidi e con spese oltremodo contenute, forse ritenendo possibile assecondare il progetto dell'ingegner Cazzecane, che intendeva ammortizzare i costi dell'impianto utilizzando una fornitura cinese contraffatta di mattoncini Lego. Figurarsi che l'impianto Lego di Acerra avrebbe dovuto vedere la luce entro il trentuno dicembre del duemila...Buon Anno! In tutto questo periodo la Fibe de Oro (nel senso che le ecoballe accatastate ed inservibili valevano oro)realizza impianti di CDR non a norma, un bel mausoleo a cielo aperto, una pantagruelica mensa per zoccole e gabbiani, tonnellate di ecoballe che non girano ma se ne stanno ben ferme ad imputridire sotto il sole. E che non possono assolutamente esser valorizzate (leggi appicciate): primo, perchè di inceneritori funzionanti non c'è neanche l'ombra; secondo, perchè le balle sono tutto fuorchè eco: bruciarle sarebbe una follia, non diversa da quella camorristica, anche se i malpensanti potrebbero vedere una certa analogia tra i piani industriali di smaltimento della Fibe, e la strategia socio-economica ed imprenditoriale dei Casalesi. Intanto le balle si sommavano alle balle, e come detto giravano a tutti, tranne che a uno: eh, direte voi, che fine ha fatto il nostro eroe delle periferie e delle perifrastiche? Che fa il nostro, che nel frattempo è diventato 'o Governatore d' 'a Campania, dorme? Non s'avvede che già s'arroventa il palo acuminato per inc..hiodarlo alle sue responsabilità? Sonnecchia il Bell'Antonio, dato che l'emergenza rifiuti in termini economici rende, e pure assai. La mancanza di alternative apre nuovi scenari agli occhi e agli appetiti di pescecani senza scrupoli e barracuda in doppiopetto: quando la selvaggina abbonda, politica e malaffare si siedono allo stesso desco per banchettare. La crisi dell'immondizia è figlia di un malcostume reiterato e secolare, l'intrallazzo gozzovigliante tra politici dall'anima nera e camorristi dai colletti bianchi: un andazzo che ci ha portato sull'orlo del baratro, anzi che ce l'ha fatto superare con un balzo, ormai siamo in fondo al pozzo e continuiamo a scavare con le unghie ormai consunte e sanguinanti. (Continua...)

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